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Benvenuto Cellini
(✶1500   †1571)

Benvenuto Cellini (Firenze, 3 novembre 1500 – Firenze, 13 febbraio 1571) è stato uno scultore, orafo, scrittore, argentiere e artista italiano, considerato uno dei più importanti artisti del Manierismo.

Il padre, Giovanni Cellini, figlio di un muratore, era suonatore e costruttore di strumenti musicali e sposò Maria Lisabetta Granacci, dalla quale ebbe Benvenuto.

Benvenuto fu il secondogenito, chiamato così perché il padre si aspettava una figlia. Il padre inizialmente cercò di indirizzarlo verso una carriera da musico, ed il giovane Benvenuto ne possedeva anche le doti, in particolare nel flauto e nel canto.

Già a quattordici anni viene messo a lavoro in una bottega gestita dal padre dello scultore Baccio Bandinelli, Michelangelo Brandini. L'anno successivo passa alla bottega dell'orafo Marconi.

All'età di sedici anni viene bandito da Firenze per aver partecipato ad una rissa assieme al fratello, cosa che si ripeterà anche successivamente, in questa occasione si rifugerà a Siena.

Dopo altri studi a Bologna ed a Pisa sotto l'orefice Ulivieri Della Chiostra viene coinvolto in un'altra zuffa a Firenze assieme al fratello Cecchino e si rifugia prima a Siena di nuovo, poi a Roma dove inizierà a lavorare nella bottega di Giovanni de' Georgis. Non ha ancora vent'anni.

Nel 1524 apre una bottega propria e fabbrica numerose opere, inoltre in questi primi anni romani entrerà in contatto con numerosi artisti ed orefici, apprendendo molto da loro.

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Benvenuto partecipò con successo alla difesa di Castel Sant'Angelo e del papa Clemente VII durante il Sacco di Roma nel 1527, uccidendo, insieme ad altri, il comandante Carlo III di Borbone con un colpo di archibugio e ferendo il suo successore principe d'Orange. Dopo il sacco si dirige a Mantova ed esegue alcune opere per i membri della famiglia Gonzaga.

Nel 1529 Clemente VII lo richiama a Roma e lo nomina stampatore ufficiale della zecca pontificia. Nello stesso anno viene ucciso a Roma in una rissa suo fratello Cecchino che aveva intrapreso la carriera di soldato di ventura.

A Roma Cellini ha spesso a che fare col Guardarobiere e Maestro di Camera di Clemente VII, Pietro Giovanni Aliotti, i cui solleciti a finire e consegnare le opere troverà alquanto antipatici.

Dall'inizio del 1533 viene rimosso dall'incarico di stampatore ed anche da quello di Mazziere (soldato di scorta del Papa); egli attribuisce questa sua revoca alle voci fatte girare su di lui da un altro orefice romano, Pompeo de' Capitaneis, che ucciderà per paura di un suo attacco nel periodo di interregno tra la morte di Clemente VII e l'elezione di papa Paolo III Farnese, che appena eletto lo assolve.

Si scontra però con il violento figlio del Papa, Pier Luigi Farnese e temendo per la propria vita fugge a Firenze dove lavora per un breve periodo alla corte di Alessandro de' Medici, duca di Firenze, ma torna poco dopo a Roma chiamato dal Papa.

Nel 1537 fugge improvvisamente da Roma per rifugiarsi in Francia alla corte di Francesco I lavorando per un breve periodo al servizio del cardinale Pietro Bembo a Padova, ma arrivato in Francia decide di tornare in Italia non ricevendo incarichi da Francesco I. Rientrato a Roma viene accusato di avere sottratto alcuni beni papali durante il Sacco della Città e per questo viene imprigionato in Castel Sant'Angelo.

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Dopo aver passato un lungo periodo nella prigione papale di Castel sant'Angelo (e fattosi anche protagonista di una rocambolesca fuga), per i dissidi con il papa Paolo III e suo figlio, Benvenuto si rifugiò in Francia alla corte del re Francesco, sotto il quale lavorò per alcuni anni creando per lui una delle sue opere di oreficeria più celebri, la saliera raffigurante la terra ed il mare. Dopo questo episodio ed altre difficoltà nel proseguire i suoi lavori, dovuti principalmente alla forte antipatia che la favorita del Re Madame d'Étampes provava nei suoi confronti, decise di tornare a Firenze ove fu eletto Accademico nella prestigiosa Accademia e Compagnia delle Arti del Disegno fondata nel 1563 da Cosimo I de' Medici. Poliedrico artista, con la sua lingua ficcante, diretta e schietta riuscì a prendere parte anche nella letteratura italiana. Se ne ha un bell'esempio nella Vita, autobiografia scritta tra il 1558 e il 1566, nove anni prima della morte dell'autore, che oltre ad essere un diretto documento sulla vita di uno dei maggiori artisti del XVI secolo può essere considerata come uno dei massimi capolavori di narrativa per la sua spontaneità, la vivacità narrativa, le invenzioni linguistiche e la ricchezza di episodi che dipingono un'epoca a colori vivaci.

Vita privata

Di carattere violento, ebbe per tutta la vita problemi con la giustizia (fu autore di tre omicidi, di cui uno per vendicare il fratello Cecchino) e nel momento in cui il re Francesco I di Francia lo chiamò presso di sé, era incarcerato in Castel Sant'Angelo. Anche in Francia si trovò protagonista di liti e risse. Nel 1557 Cellini fu condannato a quattro anni di carcere, commutati poi in quattro anni di arresti domiciliari, durante i quali scolpì il Crocifisso ora all'Escorial di Madrid e iniziò la stesura della celebre autobiografia, La Vita, a cui lavorò per 8 anni e che contiene gli avvenimenti della sua vita sino al 1562.

Nel 1558 prese gli Ordini minori, da cui si fece prosciogliere due anni dopo per regolarizzare la propria posizione nei confronti della sua governante, Piera de' Parigi; riconobbe i propri figli naturali e adottò un ragazzo.

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Opere

Medaglia da berretta con Leda e il cigno, 1528-1530 circa, oro su lapislazzuli, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Fermaglio del piviale di Clemente VII, 1529, oro, smalti e pietre preziose (perduto)
Sigillo del cardinale Ercole Gonzaga, argento, 1528 (perduto), e impronta su cera, 1540, Mantova, Curia vescovile
Medaglia di Clemente VII, 1533-1534, argento dorato, diam. 4cm, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Testone da quaranta soldi di Alessandro de' Medici, 1535, argento, diam. 2,9cm, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Medaglia di Alessandro de' Medici, 1535-1537, argento, diam. 3,5cm, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Medaglia di Pietro Bembo, 1537 circa, argento, diam 5,6 cm, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Medaglia di Francesco I di Francia, 1537 circa, bronzo, diam. 4,2cm, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Sigillo del cardinale Ippolito d'Este, 1540, impronta su piombo, 11 x 8cm, Lione, Musée des Beaux-Arts
Modello per una statua di Giunone, 1540 circa, bronzo, collezione privata
Saliera di Francesco I di Francia, 1540-1543, ebano, oro e smalti, 26x33,5 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum
Satiro, 1542-1543, bronzo, h 56 cm, Los Angeles, Getty Museum
Ninfa di Fontainebleau, 1542-1543, bronzo, 205x409cm, Parigi, Musée du Louvre
Vittorie, 1542-1545, calchi in gesso di oiriginali bronzei perduti, 137x139 cm, Parigi, Louvre
Levriero (Saluki), 1545-1546, bronzo, 18x27,8 cm, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Busto di bronzeo Cosimo I de' Medici, 1545-1547, bronzo, altezza 110cm, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Busto di marmoreo Cosimo I de' Medici, 1549-1571, marmo, altezza 96,5cm, San Francisco, California Palace of the Legion of Honor
Perseo che decapita Medusa, 1545-1553, bronzo, altezza 320cm, con piedistallo 601 cm, Firenze, Loggia dei Lanzi
Basamento del Perseo, 1545-1552, marmo e bronzo, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Perseo che libera Andromeda, 1545-1553, bronzo, 80x90 cm, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Busto di Bindo Altoviti, 1546-1550 circa, bronzo, altezza 82,5cm (senza base), Boston, Isabella Stewart Gardner Museum
Alessandro e Bucefalo, 1548 (con parti antico-romane), bronzo, h 21 cm, Firenze, Museo archeologico nazionale
Ganimede, 1548-1550, marmo, altezza 105,5 cm, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Apollo e Giacinto, 1548-1557 circa, marmo, altezza 191cm, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Narciso, 1548-1557 circa, marmo, altezza 149cm, Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Fiaschetta, 1550 circa, ferro ageminato in oro e in argento, altezza 33cm, Novara, Collezione Urbano Quinto
Chiave da segreto di forziere, 1550-1555, ferro scolpito in monoblocco, cesellato, bulinato e traforato a giorno, altezza 11cm, Novara, Collezione Urbano Quinto
Crocifisso, 1556-1562, marmo, altezza 185cm, El Escorial, monastero di San Lorenzo
Nettuno con due cavalli marini, 1562 circa, bronzo, h 24,1 cm, Raleigh, North Carolina Museum of Art
Francesco I de' Medici, 1568-1570 circa, cera, 7,7x5,4 cm, Firenze, Museo Nazionale del Bargello

Scritti

Vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze (1558-1566), nota anche come "La Vita". Autobiografia.
Trattato dell'Oreficeria (1565)
Trattato della Scultura (1565-1567)

Bibliografia

Costantino Porcu, Cellini, RCS, Milano 2005. ISBN non esistente
Benvenuto Cellini, Rime, edizione critica e commento a cura di Diletta Gamberini, Società Editrice Fiorentina, 2014, ISBN 978-88-6032-283-8

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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