Indietro Indice Autori Italiani

Pietro Colletta
(✶1775   †1831)

Pietro Colletta (Napoli, 23 gennaio 1775 – Firenze, 11 novembre 1831) è stato un patriota, storico e generale italiano.

Era figlio dell'avvocato Antonio Colletti (poi Colletta) di Napoli e di Maria Saveria Gadaleta di Molfetta. Proprio in questa città, il 19 maggio 1766, nella chiesa dei Gesuiti (odierna Cattedrale), don Antonio Colletti (figlio del defunto Donato e della defunta Blanche Mentez), rappresentato per procura dal nobile Giovanni Lorenzo Gadaleta, fu unito in matrimonio con Maria Saveria Gadaleta (figlia di Pietro Gadaleta alias "della Cera" e della defunta Isabella Massari). I capitoli matrimoniali di detti sposi erano stati stipulati in Napoli in data 18 aprile 1766 per gli atti di notar Francesco de Maggio. Pietro (che riprende il nome del nonno materno) fu avviato alla carriera militare sotto il regno dei Borboni nel 1796, prese parte alla campagna contro i francesi nel 1798. Nel 1799 aderì alla Repubblica Partenopea per la quale fu giudice di un tribunale speciale contro i legittimisti borbonici. Al ritorno di Ferdinando IV di Borbone fu imprigionato e sfuggì alla pena di morte solo grazie alla corruzione di alcuni giudici. In seguito lasciò l'esercito e diventò ingegnere civile.

Quando i Borbone furono cacciati per la seconda volta nel 1806 e Giuseppe Bonaparte fu incoronato re di Napoli da Napoleone, gli fu restituito il suo grado e prese parte alla spedizione contro gli insorti in Calabria. Nel 1812 fu promosso al grado di generale e divenne direttore del dipartimento di strade e ponti. Sotto il regno di Gioacchino Murat fu suo aiutante di campo e consigliere di stato e sconfisse gli austriaci nella battaglia del Panaro nel 1815. Il 20 maggio 1815 egli firmò insieme al generale Michele Carrascosa, presso Capua, il Trattato di Casalanza, che restituì il Regno di Napoli al Borbone dopo il decennio napoleonico. Le sue qualità eccezionali gli permisero di mantenere il grado anche dopo la restaurazione di re Ferdinando e gli fu dato il comando della divisione Salerno.

continua sotto




Durante i moti carbonari del 1820 il re lo chiamò a far parte del suo consiglio e quando fu sancita la costituzione, fu inviato a sottomettere i separatisti in Sicilia, compito che assolse con grande fermezza. Combatté dalla parte dei costituzionalisti contro gli austriaci a Rieti (7 marzo 1821) e, quando venne ristabilita l'autocrazia, fu arrestato ed imprigionato per tre mesi per ordine di Antonio Capece Minutolo, principe di Canosa, il capo della polizia, che egli sempre accusò di astio personale nei suoi confronti. Senza l'intervento degli austriaci sarebbe stato giustiziato; invece fu mandato in esilio a Brno in Moravia.

Nel 1823 gli fu permesso di rientrare nelle Due Sicilie, ma si autoesiliò nel Granducato di Toscana, a Firenze, dove conobbe Tommaseo, Capponi, Leopardi, Giordani. Qui collaborò all'Antologia e si dedicò con maggiore impegno agli studi storici e letterari, dando vita alla Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825. Morì nel 1831.

Massone, fu Maestro venerabile della Loggia napoletana della Massoneria di rito egiziano La Sapienza Trionfante e della loggia di adozione La Vigilanza.

Le opere

A Napoli negli anni della Restaurazione, scrisse una "Memoria" militare sulla campagna d'Italia.

Storia del reame di Napoli dal 1734 al 1825

La sua opera più nota è la Storia del reame di Napoli dal 1734 al 1825, che fu pubblicata postuma da Capponi nel 1834, e che narra le vicende del Regno di Napoli dal 1734 al 1825 sotto i regni di Carlo di Borbone e Ferdinando IV.

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

Indietro Indice Autori Italiani