105. Di mio, di suo ecc. vale da me, da sé, coi propri mezzi o simili: tanto in senso materiale che morale.

Possessivo invece del personale
106. Il pronome possessivo, oltre ad indicare una relazione di possesso, indica pure sovente altre relazioni di semplice pertinenza, confronto, somiglianza e simili, e si adopera anche dove il senso richiederebbe l'espressione del pronome personale corrispondente. Si dice quindi mio padre o il padre mio (nel senso di il padre di me); per amor mio (di me, verso di me); le sue notizie (di lui); per cagion mia (di me); in vece mia (di me); i pari suoi (a sé); i nostri simili (a noi) ecc. ecc.
Talvolta si usa il possessivo anche davanti a un pronome relativo, invece del personale puro; per esempio: Colpa tua, che ci sei voluto andare.

Suo per di lui
107. Il possessivo di terza persona, suo, sua, suoi, sue, regolarmente si riferisce al soggetto della proposizione, in cui si trova, mentre per soggetti diversi si adopera di lui, di lei ecc.

Suo e loro
108. Quando il possessivo di terza persona dovrebbe riferirsi ad un soggetto plurale, si adopera in suo luogo il personale loro.

Possessivo rinforzato
109. Il possessivo si rafforza sovente con l'aggettivo proprio quasi nel senso di medesimo, stesso, speciale.
Spesso anche, in luogo del possessivo specialmente di terza persona, si usa soltanto proprio o per maggior chiarezza e distinzione, o per sfuggire una noiosa ripetizione, o per esprimere con più forza il concetto. Ciò si fa specialmente quando manca un soggetto determinato, ossia nelle locuzioni impersonali; e pare che stia anche bene nel plurale, quando si riferisce a cosa, per evitare loro pronome di persona.

Ellissi del possessivo
110. Si omette generalmente il pronome possessivo, quando la persona, a cui una cosa appartiene, è chiara di per sé, e non si hanno ragioni per metterla in rilievo. In tal caso può dirsi che l'articolo determinato tenga luogo del possessivo medesimo.