Questo e quello riferiti al tempo
128. Questo pronome di cosa si riferisce anche a cosa presente o risguardata come presente: quello a cosa passata o futura e lontana di tempo da noi. Mio padre si è contentato di darmi la permissione che questa quaresima io possa andare a Roma a pigliare il giubbileo. Redi. - Essendo stato quell'anno sterilissimo, gli mancavano le vettovaglie. Guicciardini.
Talora questo si riferisce a cosa molto desiderata o temuta dal nostro pensiero, e che però ci sta sempre presente. Veramente gli uomini sono delle femmine capo .... ma come possiamo noi aver questi uomini? Boccaccio. Così diciamo con impazienza: oh questo medico quando verrà egli?

Questo e cotesto riferiti a ciò che precede o segue
129. Per indicare una cosa od un concetto accennato nel discorso poco prima o poco appresso, si può usare tanto questo, quanto cotesto, quando risguardiamo tal cosa come vicina al nostro pensiero, colla differenza che cotesto la separa un po' più da noi, e la mette quindi in maggior rilievo; del che per altro non è possibile assegnare una regola certa e determinata.

130. Non può essere che l'uomo dabbene non s'adiri co' malvagi. In cotesto modo (si potea dire anche questo) quanto ciascuno sarà migliore, tanto più sarà iracondo. Serdonati. - Oh, fec'egli cotesto? Fecelo, sì. Oh sciagurata a me! oh questo è appunto quello che racconcia ogni cosa (la prima volta la cosa, di cui si parla, è guardata più da lontano, poi si avvicina di più al pensiero). Gelli. - Ah, cristiani, e non è cotesta una pazzia solennissima, far tanto conto d'un uomo che è come voi? (qui cotesta indica la pazzia come collocata negli uditori: se si fosse detto questa, si sarebbe risguardata rispetto all'oratore che parla). Segneri.

131. A un giovane d'indole e di ardore incredibile ai buoni studii e di espettazione maravigliosa .... prese un giorno a parlare in questa sentenza (qui non si poteva usare altro che questa, riferendosi a cosa che vien dopo). Leopardi. - Innanzi a quel tempo niuno per verità intende, che e quale sia propriamente il perfetto scrivere. Ma non intendendo questo, non può nè anche avere la debita ammirazione agli scrittori sommi (poteva anche dirsi cotesto). Leopardi.