Stranezze linguistiche

In lingua italiana — crediamo lo sappiano tutti — non è possibile stabilire una regola generale per distinguere il genere naturale e quello grammaticale dei sostantivi. Ciò è dimostrabile attraverso numerosi esempi.
Nel nostro idioma è infatti facile trovare sostantivi riferiti a maschi ma che sotto il profilo grammaticale sono femminili: spia; guardia; guida; sentinella. E viceversa, sostantivi grammaticalmente maschili riferiti a donne come, per esempio, soprano e contralto.
Le cose si ingarbugliano maggiormente quando, passando dalle persone alle cose, ci imbattiamo in sostantivi che secondo il genere naturale debbono essere neutri, mentre nella lingua di Dante sono ora di genere maschile ora di genere femminile.
Perché, per esempio, la guerra è femminile mentre il conflitto è maschile? Ancora. Perché il coraggio è maschile mentre il suo contrario, la paura , è femminile? Per quale motivo l’ arte è femminile e l’ artificio è maschile?
Una spiegazione per ognuna di queste stranezze ci sarebbe, anzi c’è, ed è di carattere prettamente etimologico-grammaticale, non di certo naturale.
Queste piccole noterelle per mettere in evidenza — come accennato all’inizio — il fatto che non è possibile stabilire dei criteri logici generalizzabili per la classificazione dei sostantivi nel genere femminile o maschile. Solo un buon vocabolario può venirci in aiuto.

15-03-2017 — Autore: Fausto Raso