La pasta sciocca

– Il signore ordina? – Una pasta sciocca. Spiacente – risponde l’imbarazzatissimo cameriere, che non aveva capito la richiesta – questo è un locale alla buona, a conduzione familiare; non abbiamo piatti ricercati.
– Ma questo non è un piatto ricercato – ribatté con un moto di stizza l’avventore – è un normalissimo piatto di pasta senza sale e senza sugo.
Sì, proprio così. Sciocco, particolarmente adoperato in Toscana e da alcuni vocabolari registrato come toscanismo, appunto, si può classificare tra le parole così dette idiote; quelle parole, cioè, che spurgate della loro volgarità entrano a pieno titolo, e quindi in forma corretta, nel patrimonio idiomatico nazionale.
L’origine, come il solito, è... latina: ex succum, alla lettera senza sugo (quindi senza sale, insipido). In senso figurato, quindi, uno sciocco è una persona priva di accortezza, di buon senso, di acume, d’intelligenza; insomma una persona senza sale in zucca.
Sciocco ci richiama alla mente un barbarismo orrendo (registrato, naturalmente, anche da alcuni vocabolari): il verbo scioccare (o, ancora peggio, chokkare) che con l’aggettivo sciocco non ha nulla che vedere.
È, infatti, l’adattamento del verbo francese choquer nel significato di colpire, ferire, urtare, turbare, impressionare, derivato, a sua volta, dall’olandese schokken.
Costa molta fatica dire o scrivere, per esempio: quella persona è rimasta turbata dalle sue parole? Perché dobbiamo adoperare scioccare quando – come abbiamo visto – la nostra lingua offre una vastissima scelta di verbi che fanno alla bisogna? Forse l’uso dei barbarismi rende la nostra prosa più scorrevole? Non crediamo proprio.
Anzi... Il barbarismo – sostiene il grande maestro Tommaseo – «è usare senza necessità voci straniere, mutare la forma grammaticale e analogica delle voci, pronunciare o scrivere spropositato».
Di là da ogni dissertazione, comunque, è meglio leggere scioccare che restare... scioccati davanti a shochàre, come malauguratamente ci è capitato di vedere in un titolo di un giornale che fa opinione.

14-04-2010 — Autore: Fausto Raso