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Bernardo Bellincioni
(✶1452   †1492)

Bernardo Bellincioni (Firenze, 25 agosto 1452 – Milano, 12 settembre 1492) è stato un poeta italiano.

Iniziò la sua carriera alla corte di Lorenzo il Magnifico. Nel 1483 passò ai Gonzaga e nel 1485 si spostò a Milano, dove divenne il poeta di corte di Lodovico Sforza, il mecenate di Leonardo da Vinci.

Egli scrisse elogi e sonetti dedicati al suo protettore ed ingaggiò tenzoni poetiche con altri letterati, alcune nella maniera burlesca di Burchiello.

I versi di occasione di Bellincioni furono la base per elaborare masque allegorici e poemi da recitare in occasione dell'ingresso del corteo dei regnanti. In occasione del matrimonio dell'erede al Ducato di Milano, Gian Galeazzo Sforza con sua cugina Isabella d'Aragona, figlia del re di Napoli, Alfonso II, presentò alla diciannovenne Isabella, i poemi che avevano accompagnato la cerimonia, in un piccolo libro (libretto) scritto in bella grafia. Si tratta de La festa del Paradiso, e per l'occasione Leonardo si occupò degli allestimenti scenici.

Egli compose un sonetto sul ritratto di Cecilia Gallerani, colei che si ritiene rappresentata ne La dama con l'ermellino di Leonardo, "l'invidia della natura", che nel testo di Bellincioni appare più luminosa del sole e impossibile da ritrarre, secondo un topos tipicamente rinascimentale.

Bellincioni fu anche ritratto da Leonardo, in un disegno che servì da modello per la xilografia dell'edizione delle rime del 1493.

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Opere principali

Sonetti, canzoni, capitoli, Milano 1493

Bibliografia

Le rime di Bernardo Bellincioni riscontrate sui manoscritti'', a cura di Pietro Fanfani, Bologna, Gaetano Romagnoli, 1876-78
Giovanni Mario Crescimbeni, Storia della volgar poesia, I, Venezia, Lorenzo Basegio, 1731, pp.193, 207, 255, 347
Girolamo Luzio-Rodolfo Renier, Del Bellincioni, «Archivio storico lombardo», XIV(1887), p.314
Vittorio Rossi, Nuovi documenti su Bernardo Bellincioni, «Giornale ligustico», XVI (1889), p.285
Francesco Flamini, Pulci o Bellincioni?, «Il Propugnatore», XXII, 2 (1889), pp.184–191
Ettore Verga, Saggio di studi su Bernardo Bellincioni, poeta cortigiano di Ludovico il Moro, Milano, Cooperativa Editrice Italiana, 1892
Jacob Burckhardt, La civiltà del Rinascimento in Italia, II, Firenze, Sansoni, 1911, p.174
Pio Pecchiai, Il testamento di Bernardo Bellincioni, in «Archivio storico lombardo», XLIV (1918), pp.655–666
Eugenio Garin, La cultura milanese nella seconda metà del XV sec., in AA. VV., Storia di Milano, VII, Milano, Fondazione Treccani degli Alfieri, 1956, pp.578, 579 ss., 581, 587
Tobias Leuker, Ad Alessandro Cortesi rimasto in Italia. Un sonetto fiorentino (e non milanese) di Bernardo Bellincioni, «Interpres», 21, 2000, pp.286–290
Armando Bisanti, Bernardo Bellincioni e il "Geta" di Vitale di Blois, «Schede Umanistiche», 1, 2000, pp.35–65
Wilhelm Suida, Leonardo e i leonardeschi, Vicenza, Neri Pozza, 2001
Lina Bolzoni, Poesia e ritratto nel Rinascimento, Bari, Laterza, 2008
Bernardo Bellincioni, Rime, Impresso nella inclita citate de Milano, per maestro Philippo di Mantegazi dicto el Cassano alle spese de Gulielmo di Rolandi di Sancto Nazaro grato alevo del auctore del opera, 1493 a di quindeci de Iulio.
Danio Asinari, Lo sguardo riscoperto di Cecilia Gallerani, Nel borgo della Dama con l'ermellino, 2020, ISBN 978-88-31949-36-1

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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