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Carlo Cassola
(✶1917   †1987)

In questi anni Cassola sospenderà momentaneamente la scrittura, si appassionerà alla poesia di Montale e conoscerà Giorgio Caproni. A Volterra, dove è sfollato, tiene, dal novembre 1944 al 19 settembre 1945, la cattedra di storia al liceo classico e di italiano e storia all'Istituto tecnico commerciale. Stabilitosi in seguito a Firenze per svolgere attività giornalistica, collabora con brevi racconti e articoli alla «Nazione del popolo», a «L'Italia socialista», al «Giornale del Mattino», a «Il Mondo» e accetta l'invito di Bilenchi a collaborare a «Società».

Dopo la Resistenza

Dopo la Liberazione, avvenuta in Toscana, nell'agosto del 1944, lo scrittore si iscrive al Partito d'Azione nel quale rimane fino al suo scioglimento nel 1946. Dal 1942 al 1946 la produzione scritta di Cassola si interrompe ma nel 1946 egli riprende a scrivere e nello stesso anno pubblicherà in quattro puntate su Il Mondo, rivista quindicinale diretta da Bonsanti e Montale uscita a Firenze dopo la Liberazione, il racconto Baba, che contiene ormai pieni caratteri resistenziali.

Dal 1945 al 1949 Cassola fa parte della redazione de La Nazione del Popolo, rivista del Comitato Toscano di Liberazione, e collabora attivamente al Giornale del Mattino e a L'Italia Socialista. Dal 1948 al 1971 insegna storia e filosofia al liceo scientifico Mascagni.

Una svolta nella produzione letteraria

Il 1949 è per lo scrittore un anno di forte crisi umana e letteraria. Muore la moglie a soli 31 anni per un attacco renale e Cassola mette in discussione la poetica esistenziale sulla quale aveva basato, fino a quel momento, il suo lavoro di scrittore. Nasce, dal suo dolore e dai suoi ripensamenti letterari, un nuovo modo di scrivere che sfocerà in uno tra i suoi testi più validi Il taglio del bosco.

Il testo incontra però difficoltà per trovare un editore, fu infatti rifiutato da Botteghe Oscure (rivista), da Einaudi e uscì solamente nel 1950 su Paragone e in volume nel 1954 presso Fabbri. Anche Fausto e Anna non ebbe subito un esito positivo, esso fu rifiutato sia da Mondadori, sia da Bompiani e alla fine, ma dopo molte esitazioni, venne pubblicato da una collana sperimentale, I gettoni diretta da Vittorini e diede occasione ad una polemica sulla rivista Rinascita, dove, in una recensione, veniva dato un giudizio severo al racconto riguardo allo stile e lanciata un'accusa dal punto di vista ideologico e politico.

All'accusa, Cassola rispose con una lettera al Direttore di Rinascita respingendo il giudizio diffamatorio. Intervenne nella polemica Palmiro Togliatti, allora direttore della rivista, spostando la questione su di un piano generale e chiudendo pertanto la polemica riguardo la quale Cassola così scriveva in una lettera a Indro Montanelli:

«Vi facevo il processo a me stesso, cioè a Fausto: presentandolo in due esperienze fallimentari: un'esperienza amorosa (che fallisce per sua colpa, per la sua incapacità di abbandonarsi al sentimento) e l'esperienza dell'impegno politico durante la Resistenza. Qui però finivo quasi per dar ragione a Fausto, per lo meno dargli ragione nei confronti dei comunisti, e questo mi attirò i fulmini di "Rinascita", prima per mano di un critico, poi di Togliatti stesso. L'accusa era di aver diffamato la Resistenza. Me la fecero anche altri, anche dei non comunisti. Mi amareggiò molto, anche se ero convinto di aver ragione.»
(A Montanelli, 8 febbraio 1966.)

Nel periodo che va dal 1953 al 1957 la narrativa è ormai il centro della carriera di scrittore di Cassola che, desideroso di essere libero da ogni norma precostituita, si appoggia ad una poetica che nasce dall'esperienza, sempre in lui molto viva, dell'antifascismo.

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Gli anni più fecondi

Cassola, che ormai dal 1948 si era trasferito a Grosseto e che nel frattempo si era risposato con Giuseppina Rabagli e aveva avuto una figlia, Barbara, conosce Luciano Bianciardi che faceva il bibliotecario nella Biblioteca Comunale di Grosseto e dalla sua amicizia e dalla sua collaborazione nasce uno studio sui minatori della Maremma pubblicato nel 1954 da Nuovi Argomenti e in seguito ampliato da Cassola (Bianciardi nel frattempo si era trasferito a Milano) e pubblicato nel 1956 nei Libri del tempo di Laterza.

Negli anni che vanno dal 1950 al 1956 lo scrittore collabora al Mondo e al Contemporaneo, esce Fausto e Anna (1952), scrive I vecchi compagni che esce da Einaudi nel 1953, appare sul Ponte La casa sul Lungotevere (1953), che prenderà poi il nome di Esiliati, inizia a scrivere La casa di via Valadier e Il soldato, esce da Nistri-Lischi a Pisa la seconda edizione del racconto Il taglio nel bosco (1955) che comprende anche una parte dei racconti de La visita, La moglie del mercante, Le amiche di Baba, esce sul Ponte Un matrimonio del dopoguerra e Il soldato, compie un viaggio in Cina, del quale lascerà testimonianza nel suo Viaggio in Cina, Einaudi pubblica La casa di via Valadier che comprende anche Esiliati, Feltrinelli pubblica Viaggio in Cina, Laterza, I minatori della Maremma.

Nel maggio del 1957 nasce la seconda figlia, Nora, che morirà, a soli sei mesi, di asiatica. Einaudi pubblica Un matrimonio del dopoguerra con il quale concorre al premio Marzotto senza però uscirne vincitore. Nel 1958 Il soldato, pubblicato da Feltrinelli, vince il Premio Salento, e nello stesso anno vede le stampe la seconda edizione riveduta di Fausto e Anna. Nel 1959 pubblica Il taglio del bosco. Racconti lunghi e romanzi brevi, con cui partecipa al premio Selezione Marzotto e lo vince.

Nel 1960 esce per Einaudi La ragazza di Bube che ebbe subito un grande successo di vendita. Con La ragazza di Bube Cassola vinse il Premio Strega. Gli viene offerto, nell'agosto dello stesso anno, di collaborare alla terza pagina del Corriere della Sera ma Cassola è costretto a rifiutare perché troppo impegnato nella scrittura dei suoi romanzi. Firma, nel novembre, il Manifesto di solidarietà degli intellettuali italiani, promosso da Fortini e Vittorini, per sostenere la Dichiarazione dei 121 intellettuali francesi contro la guerra d'Algeria.

Nel gennaio del 1961 collabora alla trasposizione cinematografica della Ragazza di Bube e in febbraio si recherà in Francia, dove nel frattempo era uscita la traduzione di Philippe du Seuil di Fausto e Anna con la prefazione di Fortini, Cassola ou la fidélité.

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La critica di Pasolini e delle nascenti avanguardie

Proprio in occasione della presentazione dei libri per il Premio Strega, Pier Paolo Pasolini che presentava quell'anno Italo Calvino, in un epigramma La morte del realismo (nel quale è evidente il continuo richiamo a Cassola), sosteneva il sopravvento dei "neopuristi", dei "socialisti bianchi", della "elezione stilistica" e denunciava la "restaurazione nello stile" e ricordava con nostalgia «l'impuro Realismo/ sigillato col sangue partigiano/ e la passione dei marxisti», rammentava il Realismo e la sua ideologia «nella luce della Resistenza», «Quando il fascismo era vinto,/ pareva vinto il Capitale». Pasolini sostiene che al momento tutti si sentivano in dovere di dare il loro colpo al Realismo, ma che il colpo peggiore era stato proprio dato da Cassola perché era loro sembrato che egli fosse dalla parte del Realismo.

L'epigramma di Pasolini è un anticipo della reazione antineorealista che verrà da Edoardo Sanguineti nel Convegno del Gruppo 63 a Palermo insieme alla critica di Giorgio Bassani che, in modo poco lusinghiero, parlava di "Liala '63" riferendosi a Cassola.

L'accusa colpiva un Cassola già mutato rispetto allo scrittore di Fausto e Anna e de La ragazza di Bube ed egli iniziò, già dal 1961 ad operare una revisione nella sua visione letteraria ripudiando completamente tutto il periodo dell'impegno legato alla resistenza e ritornando alla primitiva poetica.

Il ritorno alla vecchia poetica e la nuova produzione letteraria

La ripresa della vecchia poetica non può, comunque, non tener conto delle esperienze fatte negli anni cinquanta. In questo modo nasce un Cassola arricchito, ne è testimonianza Un cuore arido del 1961, che conserva, ma nello stesso tempo allarga, la misura del romanzo con tutte le tecniche di sviluppo dei fatti e dell'intreccio.

Nel 1962 diventa consigliere comunale socialista a Grosseto, dove continua ad abitare, e nello stesso anno lascia l'insegnamento. Da quel momento, tranne la collaborazione con i Fogli di Diario del Corriere della sera, egli si dedica solamente alla scrittura delle sue opere, dimostrando quello stesso disimpegno che aveva coinciso in gioventù con l'abbandono degli interessi politici.

Nel marzo del 1963 inizia un Diario manoscritto sul quale appunta, in modo meticoloso, le traduzioni delle sue opere da un lato e dall'altro le date della redazione, riscrittura, ripulitura e copiatura dei testi. Durante l'estate acquista del terreno a Marina di Castagneto e fa costruire una casa in mezzo ai pini. Diventa così vicino di casa di Indro Montanelli. Esce intanto nelle sale il film La ragazza di Bube girato da Luigi Comencini con Claudia Cardinale e George Chakiris che Cassola vedrà a Firenze nel febbraio del 1964.

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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