472. L’interrogazione si può riferire al predicato della proposizione, quando si tratta cioè di sapere se una cosa è o non è, e si può riferire al soggetto, oggetto o complemento di essa, quando si tratta di sapere quale o come sia.

473. Nel primo caso si attende una risposta che può essere sì o no. (Vedi più oltre). Quando ci aspettiamo o supponiamo un sì, è regola incominciare la domanda con un non. In queste contrade non se ne trova niuna di queste pietre così virtuose? A cui Maso rispose: sì. Boccaccio. – Non è questo il terren ch’i’ toccai pria? Non è questo il mio nido?... Non è questa la patria in ch’io mi fido? Petrarca.

474. Oppure si fa or seguire, or precedere alla dimanda, la frase non è vero? vero? neh? p. es. Egli c’è stato, non è vero? Tu mi ami, vero? Ci vuoi andare, neh? Non è vero che ci sei stato? – Il vostro marito è caduto in una pozzanghera, non è vero? Segneri.

Rafforzamenti della interrogazione diretta
475. La prop. interrogativa diretta si rafforza in varii modi, cioè:
con alcune particelle che servono d’introduzione. Tale la cong. e. E che vuol dire che tu stai così maninconoso (malinconico)? Firenzuola. – E quando fostù (fosti tu) questa notte in questa casa? Boccaccio. Così pure la particella che; p. es. Che c’è il padrone in casa? Che ci sei andato? E più spesso con forse. Hai forse paura? Vi è forse chi dice di no? La part. eh posposta all’interrogazione serve a richiamare l’attenzione. Il cantar del gallo non ha servito stamane a destarti eh, Giusto? Gelli. – A questo modo eh? Firenzuola.

476. In principio dell’interrogazione gli antichi poneano, per efficacia, or. Or non mi conosci tu? or non vedi ch’io sono Abraam tuo zio, che ti notricai? .... Or non mi parli, figliuola mia Maria? Cavalca.

477. coll’apporre al verbo il pronome personale puro o il dimostrativo, anche quando il senso non ne ha bisogno. (Il pron. pers. puro di terza persona si pone nella forma soggettiva; ella, egli, eglino, elleno: vedi P I, cap. VI, § 7, nota e § 14). – Noi che faremo? Che non ce n’andiam noi? Boccaccio. – Di che cosa ti parlo io? Cecchi. – Dov’andavate voi ora in cotesto abito? Cecchi. – Credi tu che Filippo ti fosse amico? Cecchi. Spesso si usa egli come riempitivo; p. es. che c’è egli? che si dic’egli di nuovo?