9. Allora le proposizioni si dicono coordinate fra loro, ovvero unite per coordinazione, per esempio: La vita è breve, l'arte è lunga, le forze sono deboli. La coordinazione ha luogo senza congiunzioni (come nell'esempio qui riferito) oppure per mezzo di congiunzioni copulative, disgiuntive, avversative (e, o, ma ed altre di simile significato); per esempio Cade la pioggia ed io me ne sto al fuoco. O tu hai perduto il senno, od io prendo un grave errore. La vita è breve, ma l'arte è lunga e le forze sono deboli: restando una sola indipendente, e dipendendo le altre da quella.
La prima si chiama principale, l'altre dipendenti o subordinate o, anche, unite alla principale per subordinazione. Le proposizioni subordinate ora fanno da soggetto, ora da complemento, e possono essere di quattro specie:
Soggettive (che stanno al posto di un soggetto); per esempio che tu studi m'è caro. Chi si contenta è ricco. Quello che tu impari ti gioverà. Chi ama teme.
Attributive (che stanno al posto di un complemento attributivo); per esempio la virtù che è sincera piace a tutti. L'amore che si porta al bene è lodevole. La casa dov'ho abitato lungo tempo, mi è cara. Io amo quell'amico che mi ha soccorso nelle disgrazie.
Oggettive (che stanno al posto di un complemento oggettivo). Desidero che tu profitti nello studio. Io dico che la vera felicità sta nella virtù.
Avverbiali (che stanno al posto di un complemento avverbiale); per esempio La virtù piace a chiunque ha senno. Dante scrive in modo, che nessuno l'ha ancora superato. Noi dispregiamo la virtù, quando è viva, la lodiamo, quando è estinta.

Proposizioni subordinate
10. Le subordinate si distinguono in subordinate di primo grado, quando sono tali rispetto alla principale; di secondo grado, quando sono tali rispetto ad un'altra già subordinata. Più subordinate del medesimo grado sono necessariamente coordinate fra loro. Per esempio Se gli uomini conoscessero i loro doveri, e praticassero la virtù, sarebbero meno infelici.