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Antonio Ghislanzoni
(✶1824   †1893)

Antonio Ghislanzoni (Lecco, 25 novembre 1824 – Caprino Bergamasco, 16 luglio 1893) è stato un librettista, poeta e scrittore italiano.

Il suo nome è legato soprattutto al libretto dell'Aida di Giuseppe Verdi, col quale collaborò anche alle revisioni della Forza del destino e di Don Carlos.

«Dicendo mal di tutti, il vero espressi / Lassù nel mondo; se parlar potessi, / Pietoso passeggier, ora direi / Ogni bene di te, ma… mentirei.»

(Antonio Ghislanzoni, Il mio epitaffio)


Il padre lo volle in seminario, la ferrea disciplina dell'istituto è però poco tollerata dal piccolo Ghislanzoni, che, diciassettenne, verrà espulso per comportamento irriverente: l'anticlericalismo rimarrà una costante della sua ideologia.

Terminato il liceo a Pavia e iscrittosi a medicina, Ghislanzoni accortosi di possedere una bella voce di baritono, si mise a studiare canto e pochi mesi dopo (nel 1846) si fece scritturare al teatro di Lodi come primo baritono. Ben presto tuttavia abbandonò le scene liriche per la carriera letteraria. I suoi primi articoli furono per il Cosmorama Pittorico di Milano. Sullo stesso giornale pubblicò il suo primo romanzo, Gli artisti da teatro, nel quale raccontó parte delle avventure che aveva vissuto.

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Vicino alle idee politiche mazziniane, la sua collaborazione con giornali repubblicani lo costrinse a rifugiarsi in Svizzera. Fu ugualmente arrestato dai francesi e deportato in Corsica.

Dopo la Seconda guerra di indipendenza (1859) si lega a Milano al gruppo scapigliato.

Nel 1857 contribuì a fondare il giornale umoristico L'Uomo di Pietra. Diresse L'Italia musicale; fu redattore della Gazzetta musicale di Milano; diresse e collaborò a La rivista minima e più tardi, ritiratosi a Lecco, pubblicò il Giornale-Capriccio.

Tante furono le collaborazioni alle numerose testate che ospitano suoi romanzi a puntate, racconti, recensioni, interventi di varia natura. Ma non manca l'attività creativa vera e propria: narrativa e poesia.

Per la poesia ricordiamo Libro proibito (1878), grande successo, tanto che nel 1890 giungerà alla settima edizione.

«I versi del Libro proibito», scrive Gilberto Finzi (1997:165), «riprendono un'atmosfera polemica d'epoca che non tocca, forse nemmeno sfiora, la poesia, ma che bene riconducono a momenti collaterali tipici della Scapigliatura».

Negli anni settanta si trasferì a Barco di Maggianico e nel 1880 a Caprino Bergamasco.

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Fu autore di oltre 60 libretti fra i quali, oltre all'Aida, I Lituani e Il parlatore eterno per Amilcare Ponchielli, Salvator Rosa e Fosca per Antônio Carlos Gomes, Papà Martin e Francesca da Rimini per Antonio Cagnoni, I promessi sposi per Errico Petrella. Scrisse inoltre i versi della cantata A Gaetano Donizetti di Ponchielli.

Pubblicò il volume Reminiscenze artistiche, che contiene notizie sul pianista Adolfo Fumagalli e un episodio intitolato La Casa di Verdi a Sant'Agata, nonché il romanzo apocalittico Abrakadabra - storia dell'avvenire (1864-65). Questo e altri racconti di fantascienza umoristica ne fanno uno dei primi autori italiani di tale genere.

Morì nel 1893 a 69 anni.

Nella sua vita prese posizione a favore della cremazione:

«Contro il sistema della cremazione / Protestano con ira i collitorti
I gesuiti ed i preti retrivi; / Noi non cremiam che i morti,
La Santa Inquisizione / Preferì sempre di cremare i vivi.»
(da Libro proibito)

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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