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Ferdinando Martini
(✶1841   †1928)

«Fatta l'Italia, bisogna fare gli Italiani.»
(Ferdinando Martini)

Ferdinando Martini (Firenze, 30 luglio 1841 – Monsummano Terme, 24 aprile 1928) è stato uno scrittore e politico italiano. Fu senatore del Regno d'Italia nella XXVI legislatura, ministro delle Colonie e dell'Istruzione pubblica.

Figlio dell'autore di teatro Vincenzo Martini. Giornalista e scrittore. Collaborò dal 1872 al quotidiano Il Fanfulla firmandosi con lo pseudonimo "Fantasio". Nel luglio 1879 fondò il settimanale Fanfulla della domenica, che diresse fino al dicembre del 1880. Il 15 febbraio 1882 fondò La Domenica letteraria, che diresse fino all'agosto 1883. Fu professore alla Normale di Pisa.

Fu eletto deputato al Parlamento italiano nel 1876 e conservò questa carica per quarantatré anni e tredici legislature.

Fu Ministro delle Colonie del Regno d'Italia nei Governi Salandra I e Salandra II nonché Ministro dell'Istruzione Pubblica nel Governo Giolitti I.

Fu Governatore dell'Eritrea dal 1897 al 1907, lasciando un segno indelebile nella Colonia primogenita.

Il 1º marzo 1923 fu nominato Senatore del Regno. Nel 1925 fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti, redatto da Giovanni Gentile.

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Intorno al 1887, su progetto dell'architetto Cesare Spighi, fece edificare alla periferia di Monsummano Terme, in località "Renatico", una splendida villa in stile rinascimentale con imponenti scalinate d'accesso. La villa che oggi è passata in proprietà del Comune di Monsummano, porta il nome di villa Renatico-Martini ed è sede del Museo di Arte Contemporanea e del Novecento.

Nel 1925 fu tra i fondatori dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana. La biblioteca privata di Martini, la collezione degli autografi e la raccolta delle carte private, per volontà degli eredi, sono conservate dal 1931 presso la Biblioteca Comunale Forteguerriana di Pistoia. Il suo carteggio è conservato invece alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (Fondo Martini).

Scritti

Chi sa il gioco non l'insegni. Proverbio in un atto in versi, Pisa, 1871;
Ad una donna. Versi, Venezia, Visentini, 1872;
Il primo passo, Firenze, 1882;
Fra un sigaro e l'altro: chiacchiere di Fantasio, Milano, G. Brigola, 1876, e successive edizioni tra le quali: Milano, Treves, 1930;
Cose africane, da Saati ad Abba Carima, discorsi e scritti, Milano, F.lli Treves, 1896;
Confessioni e ricordi, Firenze, Bemporad, 1922 (e successive edizioni);
Lettere (1860-1928), Milano, Mondadori, 1934;
Nell'Affrica italiana, Milano, Treves, 1891;

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Bibliografia

Alessandro Donati, Ferdinando Martini, Roma, Formiggini, 1925;
Elisa Mochi-Tacchi, Ferdinando Martini, Roma, Tipografia editoriale laziale Marchesi, 1928;
Giuseppe Antonio Borgese, Stendhal, Ferdinando Martini e la biblioteca romantica, Milano, Mondadori, 1930;
Carlo Weidlich, Ritratto di Ferdinando Martini,Palermo, Domino, 1934;
A Ferdinando Martini nel centenario della nascita, Monsummano, 1941;
Giuseppe Coluccia,Le novelle di Ferdinando Martini, Bari, Adriatica, 1973;
Francesco De Lisi, Ferdinando Martini governatore in Eritrea (1898-1907), Firenze, 2004;
Piero Buscioni, Ferdinando Martini e la villa di Monsummano, in Le dimore storiche di Pistoia e della Valdinievole, Firenze, Alinea, 2004;
Alberto Carli, Prima del corriere dei piccoli: Ferdinando Martini, Carlo Collodi, Emma Perodi e Luigi Capuana fra giornalismo per l'infanzia, racconto realistico e fiaba moderna, Macerata, EUM, 2007;
Marino Biondi, Letteratura e risorgimento da Vittorio Alfieri a Ferdinando Martini,Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2009;
Jessica Pompili, Esordire nell'Ottocento: Il Primo Passo (1882) di Ferdinando Martini, Milano, 2011.
Guglielmo Adilardi, Carlotta Lenzi Iacomelli, Ferdinando Martini. L'Uomo, il Letterato, il Politico, Bari, Laterza, 2011.

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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