Indietro Indice Autori Italiani

Giacomo Zanella
(✶1820   †1888)

Giacomo Zanella (Chiampo, 9 settembre 1820 – Cavazzale di Monticello Conte Otto, 17 maggio 1888) è stato un presbitero, poeta e traduttore italiano.

Primi anni


«Io dentro picciol borgo, in erma valle,
Cui fan le digradanti Alpi corona,
Vissi oscuri i miei dì, ...»

Con questi versi della poesia intitolata A Fedele Lampertico, scritta nel 1868, Giacomo Zanella descrive il suo amato paese, Chiampo, situato nella verde campagna vicentina. Il poeta nacque a Chiampo il 9 settembre 1820, da famiglia di modeste condizioni. Il padre, Adriano, possedeva un negozio di generi vari; la madre, Laura Beretta, era imparentata con alcune notabili famiglie del luogo. Nel villaggio natio il poeta trascorse i primi otto anni della sua vita.

Percorso scolastico e professionale

A Vicenza frequentò le prime due classi del Ginnasio comunale e fu poi iscritto, come convittore, alle scuole del Seminario vescovile della stessa città. Quel soggiorno nel Seminario vicentino, secondo il Fogazzaro, spiega come Giacomo Zanella "acquistasse tardi quella libertà intellettuale in cui trovò la sua vita" e parlerà di quel "piccolo mondo vicentino, fra il 1830 e il 1840", come di un mondo "cinto da un altro (...) quasi sconosciuto".

Era infatti quello un ambiente ancorato alla tradizione umanistica, dove non era lecito esprimere attitudini proprie, né accogliere esperienze letterarie più recenti. Zanella fu però sempre legato da riconoscenza e affetto ai suoi maestri che, pur essendo ancora legati alla scuola classica, si dimostrarono aperti alle idee più moderne. Dalla Valle leggeva ai suoi scolari gli inni di Terenzio Mamiani e, come ricorda Lampertico, fu egli stesso ad avvicinarlo alle poesie di Leopardi.

continua sotto




Fu la lettura di Leopardi certo importante per la sua formazione culturale; egli amò in modo particolare questo poeta, del quale accolse, nelle sue poesie, i temi e le cadenze. Gli autori italiani più coltivati nel Seminario vicentino e che Zanella cominciò a conoscere e amare furono Alfieri, Monti, Foscolo e Giuseppe Parini.

Fattosi chierico nel 1837, entrò negli ordini maggiori il 1841 e il 16 agosto del 1843 fu ordinato sacerdote, per essere subito dopo nominato professore nel seminario, ove stette fino al 1853.

Nel 1847 si era laureato in filosofia presso l'Università di Padova e nel 1850, essendo stato chiuso dall'Austria per ragioni politiche il Liceo di Vicenza, fu abilitato ad insegnare senza dover sostenere le prove comunali.

Il soffio dei nuovi tempi

Intanto con gli avvenimenti di Pio IX era entrato più che mai nel Seminario il soffio dei nuovi tempi. Nel 1843 era uscito il libro di Vincenzo Gioberti sul primato morale e civile degli italiani, accolto subito con immenso entusiasmo. Il 1848 fu giobertiano.

Le riforme di Leopoldo II, l'insurrezione in Sicilia, lo statuto a Torino, a Firenze e finalmente a Roma; tutta l'Italia, in pochi mesi, si trovò ad essere costituzionale, ad eccezione dei territori austriaci e dei ducati veneti, anch'essi in potere austriaco.

Questo precipitare degli eventi parve conferma del disegno di Gioberti: la condotta antipatriottica di Pio IX attuava di quel disegno una metà; l'altra metà era negata dalla fermezza antiliberale dell'Austria. Ma il 25 aprile, anche l'Imperatore d'Austria promulgava una costituzione e in seguito, da Venezia a Milano fu tutto un incendio di valore popolare. La guerra degli stati italiani contro l'Austria, erompeva quasi spontanea e più che guerra era un soccorso portato dagli eserciti ai popoli della Lombardia e della Venezia, "intrepidi difensori dei propri diritti".

Zanella seguì i fatti del 1848 con ansia e con profonda, convinta fede patriottica. Il 10 giugno, Vicenza cadde e la polizia, messa in sospetto da qualche voce, diffidando dei sentimenti patriottici di Zanella, il 4 marzo del 1850, fece una perquisizione in casa del professore. La polizia trovò dei manoscritti e una copia dell'opera Le mie prigioni di Pellico, che sequestrò.

continua sotto




Da Padova, ben sedici anni dopo, scrivendo a Lampertico, felicitandosi per la sua elezione a Deputato al Parlamento Nazionale, ricordava di aver scritto per lui, nel 1849, delle quartine dove nominava Roma e il Campidoglio. Ciò nonostante, i sospetti continuarono, e Zanella fu costretto a rinunciare alla cattedra. Lasciare l'insegnamento causò al poeta un grande dolore e per distrarsi egli si diede, con maggior intensità e ardore, agli studi dell'antichità classica, specialmente allo studio del greco.

Dopo l'unificazione del Veneto all'Italia, quale poeta e patriota stimato, venne incaricato dal prof. Ferdinando Coletti nel 1879 di scrivere una dedica per un album da donare a Teresa Cibele Legnazzi, per attestare a questa patriota il riconoscimento per l'attività clandestina svolta nei Comitati segreti. L'album è preziosa testimonianza del periodo risorgimentale in quanto contiene le fotografie e le lettere di adesione di duecentoventun patrioti, il fior fiore dell'intelligenza e del patriottismo veneto.

Zanella traduttore

Zanella fu buon traduttore dal greco e dal latino, molto prima di iniziare le traduzioni degli scrittori stranieri. Appartengono al periodo antecedente al 1850 alcune traduzioni di versioni bibliche; dal 1850 in poi egli traduce con passione dai classici latini e greci, specialmente da Tibullo, Ovidio, Catullo e Anacreonte.

Oltre allo studio approfondito delle lingue classiche sappiamo che Zanella, in questi anni, si dedicò allo studio della lingua tedesca e approfondì quello della lingua inglese, già iniziato in Seminario. Questo studio non fu senza effetti sulla sua poesia dove si possono cogliere più di un'eco o di una reminiscenza di quei poeti tanto amorevolmente letti e più tardi tradotti.

Nel 1850 si ammalò gravemente la madre e Zanella, rimasto profondamente addolorato e turbato, cadde in quella malinconia che, molti anni più tardi, in forma tanto più grave, lo allontanerà da tutti. Nel 1857 fu nominato supplente per la Filosofia e per la Letteratura Italiana, a Venezia, e il 29 luglio professore effettivo nel Ginnasio-Liceo di Santa Caterina.

Il 14 settembre 1858, venne destinato definitivamente presso il Ginnasio-Liceo di Vicenza, dove rimase per sei anni.

Il 30 gennaio 1862 fu nominato direttore provvisorio e il 22 dicembre 1863 direttore effettivo del Ginnasio liceale di Padova e in questa città il poeta, che era tanto legato nell'affetto alla sua Vicenza, si trasferì non senza dispiacere.

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

1/6
Pagina successiva
Indietro Indice Autori Italiani