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Giulio Cesare Cortese
(✶1575   †1622)

Giulio Cesare Cortese (Napoli, 1575 circa – Napoli, 22 dicembre 1622) è stato un poeta italiano, noto per le sue opere in napoletano, tra cui la Vaiasseide.

Non si sa nulla della sua prima formazione, ma probabilmente fu compagno di studi di Giambattista Basile e come quest'ultimo non era laureato.

Fu cortigiano in Spagna e a Firenze, senza incontrare molta fortuna. Probabilmente alla sua poca fortuna contribuì anche il suo aspetto fisico (era di bassissima statura). Qualche riconoscimento presso i Medici l'avrebbe comunque ricevuto: fu inviato in Spagna come membro di una delegazione medicea per le nozze di Filippo III con Margherita D'Austria. Nelle rime dette "toscane" vi è un tentativo infruttuoso di aver successo presso il conte di Lemos, massimo rappresentante della corona spagnola a Napoli. Fu annoverato fra gli accademici dell'Accademia della Crusca. Ebbe almeno 9 figli.

Opere

Cortese è molto importante per la letteratura napoletana e barocca, in quanto, con Basile, pone le basi per la dignità letteraria e artistica della lingua napoletana, contrapposta così al toscano, lingua in cui comunque produce una serie di scritti per lo più encomiastici.

La Vaiasseide (1612)
Micco Passaro 'nnamorato (1619), poema eroico
Li travagliuse ammure de Ciullo e Perna, romanzetto in prosa
La rosa, favola
Viaggio in Parnaso (1621), poema che immagina un viaggio nel mondo dei poeti;
Lo cerriglio 'ncantato (1628)

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Queste opere sono raccolte in:

Opere di Giulio Cesare Cortese in lingua napoletana: in questa XV impressione purgate con somma accuratezza da infiniti errori, che la rendevano manchevoli, Napoli: Per Nouello de Bonis, ad istanza d'Adriano Scultore all'Insegna di S. Marco, 1666 (on-line).

Opere poetiche: In appendice La tiorba a taccone de Felippo Sgruttendio de Scafato; edizione critica con note e glossario a cura di Enrico Malato, Collana "Poeti e prosatori italiani" diretta da Mario Petrucciani, n. 4, Roma: Edizioni dell'Ateneo, 1967

La Vaiasseide

È un poema eroicomico in cinque canti, in ottave, in lingua napoletana, dove il metro dei poemi eroici e la tematica eroica sono abbassati al tema delle avventure sentimentali di un gruppo di vaiasse, domestiche napoletane. È uno scritto comico e trasgressivo, dove molta importanza ha la partecipazione corale dei ceti sociali bassi ai meccanismi dell'azione. L'elemento "culto" è da ricercare nel viaggio che il Cortese stesso compie in un mondo che non è il suo e che descrive con ironia e tragicità.

Il viaggio di Parnaso

È un'opera composta in napoletano dedicata alla condizione della letteratura e del letterato, con varie allusioni autobiografiche, piene d'amarezza e pessimismo.

Il tutto è ambientato sul Parnaso dove Apollo e le sue Muse risiedono e dove il poeta può mettere in risalto i peccati della poesia, compiuti in una società degradata, dove è all'ordine del giorno un reato come il furto letterario. Il tutto comunque si risolve con un finale fiabesco e con l'amara delusione del poeta che si vede negate le proprie ambizioni.

Bibliografia

Attilio Ferolla, Giulio Cesare Cortese: poeta napolitano del secolo XVII, Napoli: Stab. tip. della R. Università, ditta A. Tessitore, 1907
S. Nigro, «CORTESE, Giulio Cesare». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. XXIX, Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana, 1983 (on-line)

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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