Indietro Indice Autori Italiani

Giuseppe Dessì
(✶1909   †1977)

La lettura di filosofi, narratori e poeti come Spinoza, Leibniz, Kant, Schopenhauer, Nietzsche, Bergson, Proust, Joyce, Einstein, Mann, Hesse, Rilke, Husserl, Merleau-Ponty, Heidegger, e la considerazione più tardi della portata eversiva della pittura di Monet, Manet, Pissarro, Sisley, Cézanne, Van Gogh, Gauguin ma soprattutto di Braque e Picasso, offriranno allo scrittore sardo importantissime chiavi di lettura della realtà sarda, quegli strumenti filosofici, conoscitivi e artistico-compositivi che condizioneranno e informeranno buona parte della sua scrittura sino a Paese d'ombre.

Ma già in Michele Boschino si iniziano a leggere i segni di questa contemporaneità. Modernità nell'approccio demologico ed antropologico che informa soprattutto la prima parte del romanzo, nel relativismo prospettico e conoscitivo (straordinario antidoto contro ogni esclusivismo ed etnocentrismo) - che egli sperimenta come migliore dimostrazione della problematicità (se non talvolta impossibilità) gnoseologica, spesso sconfinante nell'incomunicabilità - nel rinnovato rapporto fra soggetto e oggetto, fra individuo e realtà, nel rapporto tra tempo fisico e tempo interiore, nell'analisi dell'inconscio e subconscio, nella riduzione fenomenologica attuata attraverso la coscienza dei personaggi. Grande è il significato che, nella generale poetica dello scrittore, assume la temporalità intesa bergsonianamente come durata soggettiva, misura del vissuto e del percorso esperienziale dell'io, come rapporto imperfetto e non speculare tra tempo interiore e tempo fisico (l'oggetto si dà, appunto, per il soggetto).

Il flusso memoriale, se non proprio coscienziale, diventa in Dessì scandaglio conoscitivo di universi ontologici, ricerca problematica di storie parallele, verticali e concentriche, verso verità spesso rinviate e rimandate all'infinito. Il tutto con un uso sapiente delle tecniche della variazione, del rallentamento e della sospensione ellittica, della ripresa e del disvelamento.

La memoria, dunque, diventa la costante, il vero tòpos semantico. La significativa compresenza di differenti tipologie narrative e formali, di molteplici moduli della rappresentazione e di strutture superficiali di genere (racconto oggettivo e d'ambiente da una parte, scrittura soggettiva, memoriale e introspettiva dall'altra) e la non trascurabile valenza speculativa e filosofica - soprattutto per la proposta metodologica e per la mai risolta tensione gnoseologica - fanno di Michele Boschino una sorta di laboratorio sperimentale che rende Dessì autore moderno e di respiro europeo. La Sardegna, 'terra di permanenza e non di viaggio', è l'oggetto della sua scrittura e della sua speculazione. Essa diviene il suo correlativo oggettivo, l'equivalente emotivo del pensiero, di uno stato d'animo, di una condizione esistenziale; essa diviene, come per molti artisti sardi, il suo universale concreto».

continua sotto




Scelte linguistiche

Giuseppe Dessì, pur essendo uno dei più importanti scrittori sardi che raccontano la storia e le tradizioni dell'isola, scrive le sue opere in un italiano colto, frutto dei suoi studi al Liceo Dettori di Cagliari prima e successivamente alla Facoltà di Lettere di Pisa, nel quale, tuttavia, inserisce parole e modi di dire in lingua sarda. Fra queste:

  — GIAI= "...fidati"
  — MIGIURATO o GIODDU = "...una specie di yogurt molto in uso in parte d'Ispi" ZIPULAS = dolce di Carnevale.
  — FILU 'E FERRU = "...fortissima acquavite... che si usava per disinfettare le ferite, per prevenire la malaria e specialmente le infreddature e vi si inzuppavano i succhiotti dei lattanti, che smettevano di piangere e dormivano profondamente per ore, nelle loro culle"
  — PICCIOCUS DE CROBI = "...furono circondati da un nugolo di picciocus de crobi, i piccoli facchini cagliaritani, scalzi, vestiti di stracci e vispi come passeri, con le loro gialle corbule di giunco, sempre pronti a trasportare qualsiasi merce per pochi centesimi..."
  — MAIOLU = "... aveva sposato un plebeo paesano che si era fatto da sé, e che, per mantenersi agli studi era stato persino maiolu, cioè servetto, in casa di un nobile cagliaritano, secondo l'antica tradizione spagnuola."
  — BAU DE SA MADIXEDDA = in "Paese d'Ombre", Dessì ci spiega che il punto in cui il rio Fluminera si allarga ed e più profondo viene chiamato "...BAU DE SA MADIXEDDA, guado della cutrettola, benché quando è in piena nemmeno un branco di tori riuscirebbe a guadarlo..."
  — PRINZIPALES = "...il prete si era trovato schierato con i più ricchi, coi prinzipales..."
  — MASSAIUS = "...Ognuno dei prinzipales... disponeva di un certo numero di voti dei massaius, cioè dei piccoli proprietari, padroni di pochi starelli di terreno, di qualche giogo di buoi, o di un branco di pecore."
  — MAMMAI = richiamo affettuoso
  — "A S'INFERRIU" e "LAMPU" = imprecazioni.

continua sotto




Opere principali


Narrativa

La sposa in città, Modena, Guanda, 1939;
San Silvano, Firenze, Le Monnier, 1939;
Michele Boschino, Milano, Mondadori, 1942;
Racconti vecchi e nuovi, Roma, Einaudi, 1945;
Storia del principe Lui, Milano, Mondadori, 1949;
I passeri, Pisa, Mondadori, 1955;
La ballerina di carta, Bologna, Cappelli, 1957;
Isola dell'Angelo e altri racconti, Roma-Caltanìssetta, Sciascia, 1957;
Introduzione alla vita di Giacomo Scarbo, Venezia, Sodalizio del libro, 1959; poi Mondadori, 1973;
Racconti drammatici, Milano, 1959;
Il disertore, Milano, Mondadori, 1961;
Lei era l'acqua, Milano, Mondadori, 1966;
Paese d'ombre, Milano, Mondadori, 1972;
La scelta, Milano, Mondadori, 1978;
Come un tiepido vento, Palermo, Sellerio, 1989;
Diari 1926/1931, Roma, Jouvence, 1993;
Diari 1931/1948, Roma, Jouvence, 1998;
Diari 1949/1951', Firenze, FUP, 2009;
Diari 1952/1963', Firenze, FUP, 2011;
Diari 1964/1977', Firenze, FUP, 2011.

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

Pagina precedente
2/3
Pagina successiva
Indietro Indice Autori Italiani