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Isabella di Morra
(✶~1520   †~1545-46)

La famiglia e altri personaggi

Nel canzoniere vi sono riferimenti a diversi personaggi. Vi è una breve descrizione della situazione familiare con una madre «misera» e i suoi fratelli che versano «in estrema ed orrida fiacchezza», nonché privi della «gentilezza» ereditata dai loro avi. L'inciviltà dei fratelli e la sottomissione a cui la costringono viene anche evidenziata nei versi: «da chi non son per ignoranza intesa / i’ son, lassa, ripresa». Il padre è la persona a lei più cara, una figura molto ricorrente nel suo piccolo canzoniere, del quale attende invano un ritorno che possa aiutarla ad uscire dalla mesta situazione in cui vive, ignara o forse cosciente ma illusa del fatto che Giovanni Michele sarebbe potuto tornare ma, effettivamente, egli preferì gli agi della corte di Francia, dimostrando disinteresse nei confronti della propria famiglia.

Nelle liriche emerge la figura di una donna identificata come «vermiglia Rosa», che secondo Croce si tratterebbe di Giulia Orsini, principessa di Bisignano residente nel feudo di Senise, anche lei sola e triste dopo la partenza del marito Pietrantonio Sanseverino per il conflitto franco-spagnolo. Benché moglie di un uomo filospagnolo che aveva condotto la spedizione punitiva contro i baroni antispagnoli di Basilicata e Calabria, tra cui il padre di Isabella, sembra che tra le due ci fosse un legame d'amicizia e che Isabella sperasse in un suo aiuto per allontanarsi da Favale.

Non mancano alcune menzioni anche a personaggi dell'epoca come il poeta Luigi Alamanni, da lei definito «onor del secol nostro», esule in Francia per sfuggire alla condanna a morte dopo un complotto contro il cardinale Giulio de' Medici (in seguito Papa Clemente VII) e che con molta probabilità era in contatto con il padre della poetessa. Francesco I è il suo «gran re» nel quale spera di sottrarsi al triste destino ma, venendo a conoscenza della sua definitiva sconfitta per mano del rivale (presumibilmente riferendosi al trattato di Crépy nel 1544, in cui Francesco I rinunciò ad ogni mira espansionistica nella penisola), Isabella diventa ancor più amareggiata e furibonda, inveendo contro la sua nemica Fortuna per aver «vinto e prostrato» il suo amato re e contro Carlo V, chiamato «Cesar» (o «Cesare») nelle liriche, per averla separata dal padre e per aver spento in lei il sogno della liberazione francese.

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Il conforto religioso

Ormai provata dal dolore e dalle speranze infrante, in lei matura gradualmente il desiderio di rifugiarsi nella religione ed inizia ad avvertire un certo ravvedimento forse per le eccessive parole contro la Fortuna e l'ambiente intorno a lei definendo il suo passato poetico come un «cieco error», rivolgendosi al lettore con l'appellativo di «fratello», che ha portato a pensare un riferimento al fratello Scipione. Le invettive contro la Fortuna, il desiderio di fama ed emancipazione, il disprezzo verso il luogo natio iniziano a lasciare spazio alla rinuncia delle ambizioni terrene e al conforto religioso, sperando di «arricchirsi in Dio chiara e lucente», attendendo «il bel tesoro eterno» in cui «non nuoce già state né verno / chè non si sente mai caldo né gielo».

Infine la poetessa cerca consolazione in Gesù e Maria, in cui sembra ormai aver accettato il suo sventurato destino e aver mitigato il proprio rancore verso la sua terra, in cui ora si ritrovano una «grotta felice», il «Sinno veloce» e «chiare fonti e rivi». Adesso Isabella si sente «lieta e contenta in questo bosco ombroso», sperando di trovarsi «sgombrata tutta dal terrestre nembo» e di raggiungere il «solare e glorioso lembo».

Bibliografia


Edizioni

Benedetto Croce, Rime d'Isabella di Morra e di Diego Sandoval de Castro. I. Rime d'Isabella di Morra, in La critica, vol.27, n.2, Laterza figli, 1929, pp.126-140.
Domenico Bronzini, Isabella di Morra, con l'edizione del Canzoniere, Matera, Fratelli Montemurro, 1975.
Isabella di Morra, Rime, a cura di Maria Antonietta Grignani, Roma, Salerno Editrice, 2000.
Diego Sandoval di Castro e Isabella di Morra, Rime, a cura di Tobia R. Toscano, Roma, Salerno Editrice, 2007.
Stella avversa. Il canzoniere di Isabella di Morra, a cura di Gaetana Rossi, Gaeta, Ed. de-Comporre, 2014
Rime, a cura di Gianni Antonio Palumbo (con il saggio introduttivo Muse e contromuse nell'amaro caso di Isabella Morra; pp. 7-41), Bari, Stilo Editrice, 2019.

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Saggi

Giovanni Mario Crescimbeni, Dell'istoria della volgar poesia, Volume 5, p.138, Venezia, Basegio, 1730
Benedetto Croce, Isabella di Morra e Diego Sandoval de Castro, in La critica, vol.27, n.1, Laterza figli, 1929, pp.12-35.
Benedetto Croce, Isabella di Morra e Diego Sandoval de Castro, Palermo, Sellerio, 1983 [1888], ISBN978-88-389-0222-2.
Ettore Bonora, Le donne poetesse, in Emilio Cecchi e Natalino Sapegno (a cura di), Storia della Letteratura Italiana, IV, 2ªed., Milano, Garzanti, 1988 [1969].
Ettore Bonora, Critica e letteratura nel Cinquecento, Torino, Giappichelli, 1964.
Ruggero Stefanelli, Il petrarchismo di I.M., in Annali della Facoltà di Magistero dell'Università di Bari, XI, 1972, pp.375–420
Giovanni Caserta, Isabella di Morra e la società meridionale del Cinquecento. Roma-Matera, Edizioni Meta, 1976
Mario Sansone (a cura di), Isabella Morra e la Basilicata, Atti del convegno di studi su Isabella Morra (Valsinni, 11-12 maggio 1975), Matera, A. Liantonio, 1981.
Natalia Costa-Zelassow, Isabella di Morra, in Scrittrici italiane dal XIII al XX secolo. Ravenna, Longo Editore, 1982
Maria Antonietta Grignani, Per Isabella di Morra, in "Rivista di Letteratura Italiana", II, 1984, pp.519–584
Franco Salerno, Isabella di Morra: il fuoco della seconda vista, Roma, Lo Faro, 1986, SBNIT\ICCU\CFI\0031273.
Franco Salerno, Isabella di Morra. Lo specchio della mente e il profumo della Morte, in Il pacato incubo dei Mostri. L'Arcano e l'Inconscio negli scrittori italiani del '400 e del '500, introduzione di Franco Cardini, Chieti, Solfanelli, 1992, pp.11–22, ISBN88-7497-367-5, SBNIT\ICCU\AQ1\0005020.
Mario Pazzaglia, Letteratura italiana: testi e critica con lineamenti di storia letteraria, Volume 2, Bologna, Zanichelli, 1993
Giacinto Spagnoletti, Otto secoli di poesia italiana da S. Francesco d'Assisi a Pasolini, Roma, Newton Compton, 1993
Adele Cambria, Isabella. la triste storia di Isabella Morra, Venosa, Osanna, 1997
Tito Spinelli, Basilicata, Brescia, Editrice La Scuola, 1987
Nunzio Rizzi, "E donna son, contra le donne dico, il canzoniere di Isabella di Morra", in Carte italiane: Journal of Italian Studies, Vol. 17, Los Angeles, Università della California, 2001
Pasquale Montesano, "Isabella di Morra - Storia di un paese e di una poetessa", con l'inedito carteggio Croce-Guarino, Matera-Roma, Altrimedia Edizioni, 1999
Maria Antonietta Grignani, Introduzione alle Rime di Isabella di Morra, Roma, Salerno Editrice, 2000, pp.11–42
Pasquale Montesano, "Riflessioni a margine del caso di Isabella Morra" (con un documento inedito), in "Bollettino Storico della Basilicata", n. 22, Venosa, Osanna, 2006
Antonino Di Vuolo, Scrissi con stile amaro, aspro e dolente. Note in margine ad un saggio recente sulla vita di Isabella di Morra, in "Polimnia", trimestrale di Poesia Italiana, n. 9-10, gennaio - giugno 2007, poi anche Castellammare di Stabia, 2010
Alessandra Dagostini, "Degno il sepolcro, se fu vil la cuna. L'universo poetico di Isabella Morra", Castellammare di Stabia, Nicola Longodardi Ed., 2011
Giovanni Montesano, La tragica fine di Isabella Morra. La rovinosa decadenza della terra di Favale, Matera, Edizioni Magister, 2014, ISBN 978-88-908221-3-1
Giuseppe Lorin, Dossier Isabella Morra. Poetessa del XVI secolo, Roma, Bibliotheka Edizioni, aprile 2019, ISBN 9788869344893

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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