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Marco Minghetti
(✶1818   †1886)

Marco Minghetti (Bologna, 8 novembre 1818 – Roma, 10 dicembre 1886) è stato un politico italiano, appartenente alla destra storica. Sotto il suo secondo governo si raggiunse (nel 1876), per la prima volta in Italia, il pareggio di bilancio.

I primi anni

Marco Minghetti nacque l'8 novembre 1818 a Bologna da una famiglia di proprietari terrieri: suo padre, Giuseppe Minghetti, era un ricco possidente che durante l'occupazione napoleonica dello Stato Pontificio si era arricchito con il commercio, mentre la madre, Rosa Sarti, proveniva da una famiglia borghese di ideali politici liberali. Marco ebbe una sorella Alma (1821 - 5 aprile 1899; prima moglie di Valentino Amici quindi di Eugenio Vecchietti) e un fratello, Filippo (1825 - Firenze 27 gennaio 1914), scapestrato, che dopo una breve carriera militare entrò a far parte del corpo diplomatico.

La preparazione culturale del giovane Minghetti fu molto profonda: orfano di padre a 10 anni, frequentò a Bologna la scuola di latino dei barnabiti, dove fu allievo di due liberali: Ugo Bassi e Alessandro Gavazzi, completando la formazione con frequenti viaggi culturali, come a Venezia, nel 1830. Qui, insieme alla madre, visitò i capolavori artistici della città lagunare e si avvicinò alla pittura, passione che sarebbe durata tutta la vita.

Successivamente avvennero altri viaggi di formazione: alla fine di gennaio del 1832 Minghetti visitò dapprima Parigi, ospite dello zio Pio Sarti, patriota in esilio dopo i moti bolognesi del 1831. A Parigi il Minghetti incontrò eminenti personalità politiche sia francesi sia italiane, come La Fayette, Talleyrand, Terenzio Mamiani, Piero Maroncelli e molti altri. In aprile con lo zio si recò infine a Londra, dove soggiornò un paio di mesi prima di ritornare a Bologna.

Gli interessi culturali del Minghetti spaziavano tra letteratura, scienza ed economia: nel 1833 cominciò gli studi scientifici con il professor Vincenzo Michelini, medico e matematico, che lo condusse anche ad ascoltare le lezioni dell'Università bolognese, che però frequentò saltuariamente. La formazione letteraria invece gli fu inculcata dall'allora rinomato fisiologo Michele de' Medici di Ottajano, che era anche un buon letterato e latinista, mentre Paolo Costa fu il suo maestro per le materie filosofiche. In seguito Minghetti avrebbe preso le distanze da lui, giudicandolo troppo legato al sensismo, pubblicando nel 1837, un anno dopo la morte di Costa, anche un saggio sull'argomento, apparso sul Nuovo Giornale dei letterati. L'anno dopo avrebbe scritto, su un altro giornale, L'Istitutore, una critica sul dramma Dante in Ravenna di Luigi Biondi.

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La formazione politica

Socio fondatore, nel 1837, della Cassa di Risparmio in Bologna, nel 1839 Marco Minghetti prese parte al Primo Congresso degli scienziati italiani, tenutosi a Pisa dietro concessione del Granduca di Toscana Leopoldo II: durante il consesso incontrò illustri personaggi di spessore scientifico ed economico, sia italiani, come Raffaello Lambruschini, Giuseppe Montanelli, Giuseppe Giusti, Giovan Battista Giorgini, sia stranieri, come l'astronomo belga Adolphe Quetelet. Dopo la conclusione del congresso, Minghetti si recò a Roma e a Napoli, sempre incontrando l'élite colta delle due città, approfondendo al contempo i suoi studi di filosofia, lingue (imparò il tedesco) ed economia (studiò i saggi di Adam Smith e Jean-Baptiste Say). Risultato di questo duro lavoro fu la pubblicazione della sua prima opera di materia economica, Intorno alla tendenza agli interessi materiali che è nel secolo presente, edita a Firenze nel 1841.

Divenuto nel 1843 amministratore del patrimonio familiare, Minghetti si impegnò anche a livello teorico a studiare i problemi dell'agricoltura e a sperimentare nuove tecniche agricole. Inoltre, aderì ben presto al movimento riformista che si era diffuso anche negli Stati Pontifici. Tra il 1842 e il 1847, partecipò attivamente ai lavori della «Società agraria bolognese», collaborando anche al giornale Il Felsineo e divenendone più in là direttore per un breve periodo. In questo periodo riprese anche i suoi viaggi all'estero, recandosi in Svizzera, Germania, Belgio e Paesi Bassi, poi, nel dicembre 1844, in Francia e nel Regno Unito. Lo studioso italiano rimase a Parigi ben cinque mesi, frequentando la Sorbona e il Collège de France, dove seguì il corso di diritto costituzionale di Pellegrino Rossi, con cui strinse amicizia, oltre a conoscere gli storici Jules Michelet ed Edgar Quinet. Inoltre, venne a contatto con le tesi nazionali dei patrioti italiani moderati Vincenzo Gioberti (che conobbe personalmente a Zurigo) e Cesare Balbo. Durante il soggiorno a Londra, durato dal maggio al luglio 1845, Minghetti approfondì le sue conoscenze in campo economico visitando fabbriche e manifatture: nella capitale inglese conobbe anche Giuseppe Mazzini, lì esule da anni, da cui lo divise fin da principio una chiara visione ideologica e d'azione.

Rientrato a Bologna, Minghetti strinse rapporti sempre più stretti con altri esponenti del patriottismo moderato, come Massimo d'Azeglio, incontrato a Firenze, e Montanelli e Rinaldo Ruschi, conosciuti a Pisa, al fine di creare un'opinione pubblica nazionale di stampo cattolico che l'elezione di papa Pio IX, il 16 giugno 1846, pareva realizzare, insieme con un'alleanza tra liberali italiani e la Chiesa. Un progetto che dava ben a sperare, specie per la visita del possidente emiliano al pontefice, da lui ricevuto in udienza privata poco dopo l'elezione al soglio.

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Le esperienze politiche a Roma e a Torino

Dopo la nomina di Pio IX e le sue iniziali riforme liberali, Minghetti, profittando della limitata libertà di stampa appena concessa, da direttore del Felsineo, pubblicò articoli di rilievo politico che chiedevano maggiori riforme economiche e sociali (lavori pubblici, ferrovie, amministrazione, istruzione scolastica). Nel novembre del 1847 divenne membro della Consulta di Stato (istituzione che rappresentava legalmente le province con funzioni economiche, amministrative e militari), creata dal papa in aprile, entrando al contempo nella commissione che doveva preparare il discorso del pontefice in occasione dell'inaugurazione della Consulta stessa, avvenuta il 15 novembre. Per le brillanti doti politiche, il 10 marzo 1848 Minghetti fu chiamato a Roma da Pio IX, che gli offrì la carica di ministro dei Lavori Pubblici nel primo governo costituzionale dello Stato Pontificio. Il 29 aprile 1848, dopo l'allocuzione con cui Pio IX annunciò il ritiro dell'esercito pontificio dal fronte della prima guerra d'indipendenza, Minghetti si dimise, con altri sei membri del governo.

Decise dunque di partecipare direttamente al conflitto, arruolandosi nell'Armata Sarda di re Carlo Alberto di Savoia, servendo, dal 10 maggio all'11 agosto, come ufficiale di Stato maggiore al quartier generale piemontese, partecipando alle battaglie di Goito e di Custoza. Intanto, essendo ancora in vigore nello Stato Pontificio la Costituzione, fu eletto deputato per il collegio di San Giovanni in Persiceto: dopo la firma dell'armistizio Salasco, Minghetti ritornò a Roma per partecipare ai lavori parlamentari, ma si dimise il 15 novembre dopo l'omicidio dell'amico Pellegrino Rossi, primo ministro del governo pontificio, ucciso da estremisti, indignato dalla titubanza del nuovo esecutivo nell'avviare il processo contro gli assassini. In seguito a ciò, Pio IX fuggì a Gaeta presso Ferdinando II, fatto per cui venne proclamata la Repubblica romana. Minghetti fu subito a capo dei moderati che si rifiutarono di portare propri deputati all'Assemblea Costituente.

Nel marzo del 1849 fu richiamato al quartier generale piemontese, dopo la ripresa delle ostilità contro l'Austria: dopo la sconfitta di Novara e la salita al trono di Vittorio Emanuele II di Savoia, figlio di Carlo Alberto, in novembre Minghetti fu esonerato dal servizio. Trascorse quindi nella natia Bologna i primi anni della seconda Restaurazione (1850 -1851), dedicandosi all'approfondimento di studi filosofici. Nel luglio del 1852 alla fine si trasferì a Torino, dove fu ricevuto in udienza dal nuovo Re di Sardegna, a cui parlò delle condizioni delle province romagnole, ma soprattutto conobbe Cavour, a cui lo univano idee di tipo economico e politico, come la nuova visione economica data all'agricoltura, l'efficacia del sistema parlamentare e la possibilità di realizzare l'Unità d'Italia attraverso la diplomazia piemontese con il concorso degli Stati europei. In veste informale, quindi, preparò il terreno per la diplomazia del Presidente del Consiglio sardo, incontrando, nel 1853 a Londra, i politici Henry John Temple, III visconte Palmerston, William Ewart Gladstone e lord John Russell, mentre l'anno dopo sostenne attivamente l'intervento piemontese nella Guerra di Crimea a fianco di Francia e Inghilterra. Nel 1855, durante una pausa dai suoi spostamenti, Minghetti pubblicò Della Libertà religiosa in 12 lettere, poi pubblicate con altre opere giovanili in Opuscoli letterari ed economici.

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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