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Mario Biondi
(✶1939   †—)

Viaggi e memorie di viaggio

Nel 2003 Biondi, viaggiatore «impegnato» dalla fine dei Sessanta, raccoglie i suoi ricordi di viaggio in Güle güle. Parti con un sorriso. 35 anni di viaggi da New York all'Iran, attraverso Algeria, Albania, Siria, Giordania, Turchia, Egitto. Nel 2004 si rende conto di aver inconsapevolmente percorso gran parte della Via della Seta, quindi completa l'itinerario percorrendo Turkmenistan, Uzbekistan e Kirghizistan, raggiungendo la Cina a Kashgar oltre i Tien Shan (Monti del Cielo) e attraversando il Deserto di Taklamakan fino a Turpan (grotte dei mille Buddha di Bezeklik). Ne nasce: Strada bianca per i Monti del Cielo. Vagabondo sulla Via della Seta.

Tra il 2005 e il 2007 Biondi ha poi completato con scrupolo filologico la Via della Seta arrivando fino all'estremità orientale rappresentata dalle antiche capitali cinesi Xi'an e Luoyang e spingendosi da lì a Pechino, Shanghai e Lhasa (con la famosa Ferrovia del Qingzang da Xining, Qinghai), ma soprattutto percorrendo, oltre allo Xizang (Tibet) larghi tratti delle altre Regioni Autonome Tibetane in Gansu (Complessi monasteriali Gelugpa (Berretti gialli) di Labrang-Si e Langmu-Si, Grotte di Bingling-Si sul Fiume Giallo), Qinghai (Complesso monasteriale Gelugpa di Kumbum, luogo natale di Tsongkhapa, monasteri di Tongren-Rebkong etc.) e Sichuan (Grande Buddha di Leshan e Monte Emei). Da queste complesse esperienze è nato nel 2008 Con il Buddha di Alessandro Magno. Dall'ellenismo sull'Indo ai misteri del Tibet, lunga e appassionato itinerario sulle vie dell'arte del Gandhāra, ovvero del sincretismo tra la parola del Buddha e la cultura ellenistica portata da Alessandro fino all'Indo. Un sincretismo che ha spinto i suoi influssi fino all'estremo Oriente.

Nel 2009 è continuata l'esplorazione dei territori di Amdowa e Khampa, più i Golok e i Qiang, ai confini con il Tibet vero e proprio, con la scoperta personale di diversi monasteri Bön (religione del Tibet pre-buddista) e Jonang (tradizione buddista che si riteneva estinta, ma che si sta ripresentando con vigore).

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Nel 2010 è il turno delle località sacre del Monte Kailash e del Lago Manasarovar, più l'antico Regno di Guge (estremo Tibet Occidentale), culla del buddismo tibetano. Nello stesso anno e nei successivi i viaggi continuano verso le Feste Sacre del Bhutan (Tsechu e Drupchhoe) e del Nepal (Indra Jatra, Dasain, Tihar).

Nel 2012 è la volta dell'India settentrionale, con i luoghi dei Moghul (Agra etc.) e le 4 località rese sacre per i buddisti dal Buddha Siddharta Gautama (Bodghaya, Sarnath, Nalanda, Kushinagar).

Nel 2015 le esperienze di viaggio si estendono a Myanmar e Laos attraverso la Thailandia, e le ricerche, fino ad allora limitate al buddismo Mahayana (soprattutto nella componente del Buddhismo Vajrayana tibetano) cominciano ad ampliarsi a quello Theravada.

Opere


Raccolte di poesie


«ma lo so bene anch'io, caro il mio Biondi, che ci sarebbero un sacco di cose, qui, da dire (se dicessimo quel sacco di cose che ci sarebbero da fare (se facessimo quell'altro sacco di cose (se rompessimo (che sono proprio da rompere, queste cose, invece, tutte:[...]»
(Edoardo Sanguineti, Dalla Presentazione di Per rompere qualcosa, maggio 1973)
«Per capire Mario Biondi bisogna risalire a due caratteristiche fondamentali che si legano indissolubilmente al suo modo di fare poesia: una natura inquieta di viaggiatore e una cultura molto più americana che italiana, nutrita dalla sua stessa mobilità. Reimmergendosi nella «provincia» italiana provocava in se stesso reazioni chimiche, direi, piccole e grandi esplosioni, rifiuti e profonde malinconie, scontrando la propria spinta vitale contro le pareti gommose di una società quasi immobile. Immaginarsi le strutture «formali» come saltavano per aria! Sì, la sua rabbia quando si metteva a scrivere era autentica e certo trovava chi gli dava una mano proprio negli anni Sessanta (i suoi inizi vanno fatti risalire al 1962) nella appena emersa beat-generation. Così è nato un filone poetico che in campo italiano la critica potrebbe anche definire «singolare»... »
(Antonio Porta, Dall'Introduzione alle poesie di Biondi in Almanacco dello Specchio, n. 5, 1976)

1968 Conclusioni di Orfeo (In "Marcatré" n. 37/38/39/40) 1973 Per rompere qualcosa (Volume, Ant. Ed)
1973 Settecento Watt (In "Altri Termini")
1974 Jazzparola Suite (In "Pianura. Poesia e Prosa degli Anni Settanta". A cura di S. Vassalli. Ant. Ed)
1976 Dissonanza. Poesie d'amore (In Il Verri, Sesta serie, n. 2, settembre)
1976 Varie parole civili. Nove poesie (In "Almanacco dello Specchio Mondadori" n. 5)
1977 Nuova ballata per Newyorkville n. 200 (In "North" n. 5/6, marzo)
1980 Trittico (Tradotto in inglese su "Altro Polo. Italian Poetry today". Editor R. Perrotta, Sydney)

Le poesie di Mario Biondi sono ormai introvabili e visibili praticamente soltanto nell'apposito spazio del suo Sito Web

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Romanzi


«Si dovettero studiare storia e ambienti della Grande guerra e della Seconda guerra, della ricostruzione industriale postbellica. Seguirono dolori, amori, matrimoni, nascite, morti, complicazioni, contrasti, figli, nipoti, stranezze, oculatezze, imprudenze: insomma, un romanzo-romanzo, con tutte le carte in regola e gli ingredienti canonici. E via e via e via, fino ai giorni che stavo vivendo mentre scrivevo, quando ancora gli occhi di Emma Lucini, che tanto avevano visto come quelli dell'anziana dama ispiratrice della vicenda, avevano modo di assistere a fatti e misfatti degli ultimi eredi delle due famiglie, sempre lì, tra Milano e il lago di Como, a calcare le scene di un romanzo, che non sono poi tanto diverse da quelle della nostra vita.»
(Mario Biondi, presentando Gli occhi di una donna in un articolo de Il Gazzettino, agosto 1985)
«Biondi ha qualcosa lui stesso dello scapigliato, dell'irregolare e del bizzarro, come scrittore, rispetto alle direttrici dominanti della moda e gli imperativi categorici della letteratura di oggi. Ha qualcosa del cane sciolto, senza collare, senza vaccinazioni regolari, che va a spasso per i quartieri più coloriti delle città, compresi i ghetti e le casbe. Tanto per cominciare è un romantico. Sembra credere come pochi nei sentimenti, di cui possiede una sorta di religione… »
(Carlo Sgorlon su Il Piccolo del 16-10-1988, nella recensione del romanzo Un amore innocente)
«… cambia un filone dopo l'altro come per sfidare di volta in volta se stesso ad affrontare nuove regole e il pubblico…»
(Oreste Del Buono sul Corriere della sera, 1986, nella recensione di La civetta sul comò)

1975 Il lupo bambino (Marsilio)
1981 La sera del giorno (Bompiani)
1982 Il cielo della mezzaluna (Longanesi, poi TEA)
1985 Gli occhi di una donna (id., Premio Campiello)
1986 La civetta sul comò (Longanesi)
1988 Un amore innocente (Rizzoli)
1990 Crudele amore (id.)
1992 Il destino di un uomo (id.)
1993 Due bellissime signore (id.)
1995 Un giorno e per tutta la vita (id.)
1998 Una porta di luce (Longanesi)
1999 Codice Ombra (Longanesi, poi TEA)
2006 Destino (TEA)
2012 La casa delle mille e una notte (Barbera)
2015 Rosa d'Oriente (ebook Kindle)
2016 Il segreto dell'azteco (ebook Kindle)

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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