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Massimo Bontempelli
(✶1878   †1960)

Avverso sia al provincialismo dello «strapaese» che all'invasività del Regime nelle scelte artistiche, il 23 agosto 1936 pubblica sulla Gazzetta del Popolo di Torino l'articolo critico I soliti spunti; nel 1938 esce l'Avventura novecentista e il 29 giugno l'articolo Le rane chiedono tanti re, che attacca la proposta di istituire un Albo nazionale dei critici d'arte e, con l'istituzione delle leggi razziali, rifiuta di succedere ad Attilio Momigliano, sollevato dalla cattedra di Letteratura italiana nell'Università di Firenze: anche nel discorso di commemorazione di Gabriele d'Annunzio, il 27 novembre, critica l'«obbedienza militaresca» divenuta ormai un costume nazionale. Espulso dal PNF e proibitogli di scrivere per un anno, deve lasciare Roma e risiedere a Venezia, in una specie di «esilio dorato», presso la villa del barone Franchini, mantenendo ad ogni modo la carica di Accademico d'Italia fino al 25 luglio 1943.

Alla fine del 1939 collabora col settimanale Tempo, dove tiene una rubrica con i lettori, con Il Corriere della Sera, dirige anche la rivista Domus e ha contatti con l'opposizione comunista. Alla caduta di Mussolini è a Roma, ma l'estrema reazione del fascismo e le minacce di morte di Alessandro Pavolini lo costringono a nascondersi con Paola Masino in casa di amici. Alla liberazione di Roma, fonda con la Masino, Moravia, Savinio e Piovene il settimanale Città.

Finita la guerra, nel 1945 torna a Milano dove dà vita, insieme con Ugo Betti, Sem Benelli, Diego Fabbri e altri autori teatrali, al Sindacato Nazionale Autori Drammatici, con l'intento di salvaguardare il lavoro dei drammaturghi e degli scrittori teatrali. Nel 1948 viene eletto senatore nelle liste del Fronte Democratico Popolare ma la nomina è invalidata poiché, nel 1935, aveva curato un'antologia per le scuole medie, e la legge elettorale prevede che non possano candidarsi «gli autori di libri e testi scolastici di propaganda fascista» per cinque anni dall'entrata in vigore della Costituzione repubblicana.

Torna definitivamente a Roma nel 1950. Accettato non senza reticenze dall'Unità visti i trascorsi fascisti, qui pubblica il suo ultimo racconto, Idoli, del 15 febbraio 1951. In questo periodo, nonostante l'adesione alle ideologie socialiste, si accentua paradossalmente nell'autore la propensione a un classicismo reazionario e la tendenza a rifugiarsi nella torre d'avorio delle lettere. Nel 1953 vince il Premio Strega con il suo ultimo libro L'amante fedele, una raccolta di racconti scritti già nell'immediato dopoguerra nello stile del realismo magico. Dalla metà degli anni cinquanta una grave malattia gli impedisce di proseguire il suo lavoro e, a 82 anni, muore a Roma il 21 luglio 1960. È sepolto presso il cimitero del Verano di Roma.

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Realismo Magico
"Unico strumento del nostro lavoro sarà l'immaginazione. Occorre rimparare l'arte di costruire, per inventare i miti freschi onde possa scaturire la nuova atmosfera di cui abbiamo bisogno per respirare. (...) Il mondo immaginario si verserà in perpetuo a fecondare e arricchire il mondo reale. Perché non per niente l'arte del Novecento avrà fatto lo sforzo di ricostruire e mettere in fase un mondo reale esterno all'uomo. Lo scopo è di imparare a dominarlo, fino a poterne sconvolgere a piacere le leggi. Ora, il dominio dell'uomo sulla natura è la magia. (...)
(Immaginazione, fantasia: ma niente di simile al favolismo delle fate: niente milleunanotte. Piuttosto che di fiaba, abbiamo sete di avventura. La vita più quotidiana e normale, vogliamo vederla come un avventuroso miracolo: rischio continuo, e continuo sforzo di eroismi o di trappolerie per scamparne. L'esercizio stesso dell'arte diviene un rischio d'ogni momento. Non esser mai certi dell'effetto. Temere sempre che non si tratti d'ispirazione ma di trucco. Tanti saluti ai bei comodi del realismo, alle truffe dell'impressionismo. (...) Ecco la regola di vita e d'arte per cent'anni ancora: avventurarsi di minuto in minuto, fino al momento in cui o si è assunti in cielo o si precipita.)"
(Bontempelli: Opere scelte. Milano 1978, pp.750-751)

Opere


Narrativa

Sette Savi, Baldoni, Firenze 1912; Lucarini, Roma 1991
La vita intensa. Romanzo dei romanzi, Vallecchi, Firenze 1920; Isbn, Milano 2009
La vita operosa. Nuovi racconti d'avventura, Vallecchi, Firenze 1921
Viaggi e scoperte. Ultime avventure, Vallecchi, Firenze 1922
La scacchiera davanti allo specchio, Bemporad, Firenze 1922
Eva ultima, Stock, Roma 1923; Lucarini, Roma 1988
La donna dei miei sogni e altre avventure moderne, Mondadori, Milano 1925
Donna nel sole e altri idilli, Mondadori, Milano 1928
Il figlio di due madri, Sapientia, Roma 1929; Liberilibri, Macerata 2007
Lo zar non è morto, 1929 (romanzo collettivo, con il "Gruppo dei Dieci"); Graphofeel, Roma 2011
Vita e morte di Adria e dei suoi figli, Bompiani, Milano 1930; Lucarini, Roma 1989; Liberilibri, Macerata 2007
Mia vita, morte e miracoli, Stock, Roma 1931
La famiglia del fabbro, Mondadori, Milano 1932
«522» Racconto di una giornata, Mondadori, Milano 1932; Lucarini, Roma 1991
Galleria degli schiavi, Mondadori, Milano 1934
Gente nel tempo, A. Barion, Sesto San Giovanni-Milano 1937
Giro del sole, Mondadori, Milano 1941
Le notti, Atlantica, Roma 1945
L'acqua, Darsena, Roma 1945
L'ottuagenaria, Istituto Editoriale Italiano, Milano 1946
L'amante fedele, Mondadori, Milano 1953

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Drammi

Siepe a nordovest, in «La Lettura», 1º novembre 1919
La guardia alla luna, in «Comoedia», 10 aprile 1920
Nostra Dea, in «Comoedia», 1º agosto 1925
Minnie la candida, in «Comoedia», 20 marzo 1928; Liberilibri, Macerata 2005
Valoria, in «Comoedia», 15 aprile 1932
Bassano padre geloso, Mondadori, Milano 1934
Nembo, in «Occidente», aprile-maggio 1935
La fame in Teatro, Novissima, Roma 1936
Cenerentola, Edizioni della Cometa, Roma 1942 (Teatro della Pergola di Firenze con musiche di scena di Bontempelli, regia di Corrado Pavolini con Anna Proclemer ed Ernesto Calindri nel 1942)
Teatro, Mondadori, Milano 1947
Venezia salva, Neri Pozza, Venezia 1947
Innocenza di Camilla, in «Sipario», agosto-settembre 1949

Musica

Aria per violino e pianoforte
Tre preludi in re minore per violino, pianoforte e violoncello
Due tempi per quartetto d'archi
Sei preludi e finale per quartetto d'archi
Danza in cinque tempi per quartetto d'archi e pianoforte
Partita per otto strumenti
Piccola suite per quintetto d'archi, flauto, clarinetto, pianoforte e piccola batteria
Tre racconti per pianoforte
Suite popolare per pianoforte
Tre preludi per pianoforte
L'attività compositiva di Bontempelli, oltre alle suddette composizioni, è particolarmente pregevole soprattutto per le musiche di scena che egli scrisse per alcuni suoi drammi teatrali.

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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