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Pietro Fanfani
(✶1815   †1879)


La polemica sulla presunta falsità della Cronica di Dino Compagni

La questione fu iniziata dal Fanfani sul secondo numero de Il Piovano Arlotto del febbraio 1858, dove viene pubblicato un articolo sulla pubblicazione, presso la Barbèra, Bianchi e C. della Cronica di Dino Compagni, nell'edizione curata da Giovanni Tortoli. Il Piovano Arlotto in persona riportava un testo di un suo conoscente, tenuto anonimo, in cui si metteva in dubbio per via di discordanze di date e per il lessico, la veridicità della Cronica, che, apparsa nel quattrocento, non trovava riscontri e attestazioni sue contemporanee. Il Tortoli interviene su Lo Spettatore, per respingere le accuse e rivolgendosi direttamente al Fanfani, «...[per] che tutta Firenze la riteneva un'opera di Fanfani». Il Fanfani replica su Lo Spettatore che «...anche se non era un'opera sua si sentiva di rispondere alle accuse» e poi pubblica il testo apparso su Il Piovano Arlotto, con Fanfani come autore, con il titolo Dino Compagni sbertucciato da G. T. Nel 1862 lo studioso francese Carlo Hillebrand respinge i dubbi di Fanfani.

Qualche anno dopo uno studioso tedesco, Paul Scheffer-Boichorst mette di nuovo in discussione la veridicità della Cronica. Il Fanfani riprende la questione e pubblica il libro Dino Compagni vendicato dalla calunnia di scrittore della Cronica. Gino Capponi, l'abate Giuseppe Roberti ne difendono l'autenticità mentre un altro studioso tedesco, Karl Hegel sostenne che la Cronica fosse sostanzialmente genuina ma fortemente ritoccata più tardi. «La polemica continua con un torrente, che s'incalzava senza tregua, di articoli e libri insignificanti del Fanfani, il quale tirò molto male la cosa nel campo dell'ingiuria personale.». «Fanfani oltrepassa ogni limite della decenza, nel linguaggio che usa e nella sua arrogante pretesa di essere considerato l'unico giudice dello stile trecentesco».

Il Fanfani arrivò anche a promettere «...un premio di dugento lire, dico dugento, a chi tal documento autentico riesce a trovare: e trovato che sia, prometto di esser io stesso che dichiarerò di aver sognato.» Il Fanfani pubblicò: Dino Compagni vendicato dalla calunnia di scrittore della Cronaca: passatempo letterario nel 1875, Le metamorfosi di Dino Compagni: sbugiardate da Pietro Fanfani nel 1876, La critica italiana del Signore Isidoro del Lungo nel 1879 «...e tutta una serie di opuscoli stampati in piccole tipografie e tutti contro il Del Lungo».

A mettere fine alla polemica fu Isidoro Del Lungo con il suo Dino Compagni e la sua Cronica nel 1879 in cui dimostrò che la Cronica di Dino Compagni era autentica.

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Opere

Osservazioni al nuovo Vocabolario della Crusca, Modena, presso Carlo Vincenzi tip. Librajo, 1849
Vocabolario della lingua italiana, Firenze, Le Monnier, 1855; e numerose successive edizioni.
Fanfani pubblica il Vocabolario della lingua italiana, presso l'editore Felice Le Monnier di Firenze nel 1855, è uno dei dizionari di maggior successo riedito, ampiamente accresciuto, nel 1865 e in seguito ripubblicato più volte. È pensato per essere usato nelle scuole e come complemento a una lettura di classici. È basato sul vocabolario della Crusca ma ha, per compensazione, un'apertura verso la lingua viva, come poi il Fanfani fece nel Vocabolario dell'uso toscano, che se nelle intenzioni era di registrare «...quella lingua che si legge ne' Classici, che si parla nella sua miglior forma in Toscana, e che si scrive comunemente per tutta Italia» nella sostanza è «...un'opera che guarda irrimediabilmente al passato e al modello della Crusca»
Vocabolario dell'uso toscano, 2 voll., Firenze: G. Barbera, 1863 (l'opera più originale, in parte zibaldonesco, in parte invece bizzarra frusta letteraria, contro gli scrittori del suo tempo)
Scritti capricciosi, Firenze: Stamperia sulle Logge del Grano, 1864
Raccolta di testi pubblicati nelle riviste: La Rivista di Firenze, Il Passatempo ed Il Piovano Arlotto. Nell'introduzione il Fanfani dichiara che «...gli scritti... … son quegli, per l'argomento che il patisce, dove più che altrove ho adoperato la lingua viva dell'uso toscano, ingegnandomi però, senza che si paja, di intesserla sopra un ordito di lingua antica, …» e «...mettere dinanzi agli occhi di coloro i quali amano gli studj di lingua una prova del come puossi la lingua che suona sulla bocca del popolo toscano trasportar nelle scritture, facendone un composto con la lingua del Trecento e de' classici.». E «..che i miei scritti non sono appunto chiacchere senza costrutto, come quegli dove, sotto piacevole forma, e senza filosofal sicumèra, si tratta parecchi punti di morale, di politica e di critica letteraria...» e aggiunge «...il più degli scritti polemici, gli ho lasciati indietro... ….e poi per non raccendere sdegni e stizze ormai spenti...».
Vocabolario della lingua italiana per uso delle scuole. Firenze: Le Monnier, 1865; e numerose successive edizioni

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Una casa fiorentina da vendere: con un racconto morale e un esercizio lessicografico. Firenze: Tip. All'insegna di S. Antonino, 1868; e successive edizioni.
È un repertorio di nomenclatura in cui lo spunto della vendita della casa offre l'occasione di elencare tutti i nomi possibili di cose, oggetti attinenti alla casa e delle suoi elementi costruttivi. Una descrizione dettagliata ma che comprende tutto il possibile campo semantico della parola casa. «...e come i Vocabolarj non sono libri da studiargli seguitamente, ma semplici riscontri...bisogna far libri che abbiano...[una] scrittura distesa e vocabolario ad un'ora, e diano occasione a' giovanetti di esercitarvisi...» «Ho immaginato che in Firenze ci sia una casa da vendere, la quale minutamente descrivo tutta quanta, per aver occasione di nominare gli oggetti più usuali...». Il Fanfani mette in carattere corsivo questi oggetti che sono elencati successivamente in ordine alfabetico in un glossario in cui, come "Esercizio lessicografico", è lasciato un margine bianco «...dove i giovanetti possano scrivere, dicontro ad ogni voce, la corrispondente de' loro dialetti.». Prima del glossario/esercizio lessicografico, il Fanfani ha aggiunto un racconto morale in cui sono impiegati «...de' modi più vivaci e più eletti del parlar fiorentino,..».
La Paolina: novella scritta in lingua fiorentina italiana, 2. ed. ritoccata con una nuova nota e un saggio di traduzione nel volgar fiorentino, Firenze: Tip. all'insegna di S. Antonio, 1868
Antologia italiana, compilata per uso degli istituti tecnici da P. Fanfani e G. Rigutini. Firenze: F. Paggi, 1870
Cecco d'Ascoli: racconto storico del sec. XIV. - Firenze: Tip. di G. Carnasecchi, 1870 (romanzo dei cosiddetti «leziosi» che presenta una certa pedanteria filologica)
I diporti filologici: con altri opuscoli della materia medesima, Firenze: tip. G. Carnesecchi, 1870
Voci e maniere del parlar fiorentino. Firenze: Tip. del Vocabolario, 1870
Lingua e nazione: avvertimenti a chi vuol scrivere italiano. Milano: Libreria editrice di educazione e d'istruzione di Paolo Carrara, 1872 (tratta questioni fondamentali della lingua italiana e particolarmente della toscana e questioni di filologia; discute il valore del poemetto L'Intelligenza attribuito a Dino Compagni
Il Plutarco femminile: libro di lettura e di premio. Milano: Carrara, 1872 e successive edizioni
La bibliografia di Pietro Fanfani con parecchi documenti e alcune coserelle in versi. Firenze - Roma: Tip. Cenniniana, 1874

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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