756. (Lisandro) avendo fatto ribellare al suo signore Mitridate .... lo condusse ad Agesilao (sopprimendo l'ausiliare avendo, si sostituisce il participio assoluto). Adriani. - Essendo Il fervente Giovanni co' suoi poverelli pervenuto ad Asciano ecc. (sopprimendo l'ausiliare potea dirsi: Pervenuto il fervente Giovanni ecc.) Belcari.

757. Quindi il gerundio può, come il participio, far le veci di varie proposizioni, del che sarà parlato nella P. II.

Il gerundio indipendente o assoluto
758. IL GERUNDIO INDIPENDENTE O ASSOLUTO comprende una proposizione avverbiale (per lo più di tempo o di causa) affatto sciolta grammaticalmente dalla proposizione principale. Il soggetto, quando vi è, si pospone sempre al gerundio, e se fosse un pronome di doppia forma, si adoperano nella prima e seconda persona le forme soggettive io, tu; nella terza persona anche le oggettive (lui, lei, loro) (io, tu, egli ecc.). Veggendolo io consumare, il mio duro proponimento si sarebbe piegato. Bocc.

759. Se per isciagura, essendoci tu, ce ne venisse alcuna (delle male brigate), e' ti farebbono (farebbero) dispiacere e vergogna. Bocc. - Essendo egli cristiano, io saracina ecc. Ariosto. - Io avea già i capelli in mano avvolti. E tratto glien avea più d'una ciocca Latrando lui con gli occhi in giù raccolti. Dante. - Passando in quel tempo di là un nobile uomo, nomato conte Ricciardo, egli si dimorò più giorni col Vescovo. Casa. - Quando tempo gli parve di dover verso Verona tornarsi, pregandolo il Conte ed accomiantandolo, con lieto viso gli venne dolcemente così dicendo. Casa. - Alla fine, avendolo messer Filippo ben battuto ed essendogli molti d'intorno .... glielo trasser di mano così rabbuffato. Boccaccio.

760. Se per isciagura, essendoci tu, ce ne venisse alcuna (delle male brigate), e' ti farebbono (farebbero) dispiacere e vergogna. Bocc. - Essendo egli cristiano, io saracina ecc. Ariosto. - Io avea già i capelli in mano avvolti. E tratto glien avea più d'una ciocca Latrando lui con gli occhi in giù raccolti. Dante. - Passando in quel tempo di là un nobile uomo, nomato conte Ricciardo, egli si dimorò più giorni col Vescovo. Casa.

761. Quando tempo gli parve di dover verso Verona tornarsi, pregandolo il Conte ed accomiantandolo, con lieto viso gli venne dolcemente così dicendo. Casa. - Alla fine, avendolo messer Filippo ben battuto ed essendogli molti d'intorno .... glielo trasser di mano così rabbuffato. Boccaccio.