Parte IV

Sintassi
Le parti del discorso

Preliminari
1. La sintassi più comune nella lingua italiana è quella che dicesi diretta, per la quale il soggetto precede il predicato e questo l'oggetto; e ciascuno di questi elementi principali è seguito immediatamente da' suoi complementi, siano attributivi, siano avverbiali.

2. La qual maniera di costruzione prevale non solo in essa, ma anche, e talora più, nelle altre lingue figlie del latino, causa principalmente la perdita delle desinenze, che nella lingua madre distinguevano nettamente l'oggetto dal soggetto nè inoltre richiedevano un uso tanto frequente di preposizioni, lasciando così più libera e spedita la collocazione delle parole.

3. Ciò non toglie però che la nostra lingua non esca sovente da questa regola, e non faccia uso, talvolta quasi costantemente, della sintassi inversa, ora guidata dalla necessità di esprimere con più forza un sentimento, anteponendo o posponendo, per meglio metterla in rilievo, la parola e la frase più importante; ora altresì mossa dal bisogno d'un'armonia grata, dignitosa e conveniente alla qualità dello stile.

4. Anzi può dirsi, senza errore, che, tolta la precedenza dell'oggetto al suo verbo, quanto alle altre parti della sintassi inversa la lingua italiana gode molta più libertà, che non facciano le favelle romanze, e fors'anche le altre d'Europa. Il che resta fuor di dubbio se si ponga mente a due fatti importantissimi, cioè alla lingua poetica, ed ai prosatori del Trecento e del Cinquecento.

5. La nostra lingua poetica ha, quanto alla collocazione delle parole, una sintassi tutta particolare e distinta da quella della prosa, ed è capace delle più ardite e frequenti trasposizioni, tanto da avvicinarsi molto sotto questo aspetto al latino e al greco, e da non avere quasi altro limite che la necessità della chiarezza: privilegio che gli antichi hanno saputo appropriarsi, e i moderni più illustri mantenere gloriosamente.

6. Alcuni prosatori poi dei secoli XIV e XVI, principalmente G. Boccaccio, discostarono assai la sintassi dall'uso del popolo per assomigliarla, quanto si poteva, a quella più frequentemente adoprata dalle lingue classiche, e preferirono più spesso la costruzione inversa a quella diretta, specialmente coll'anteporre l'oggetto o i complementi al predicato verbale. Ma il loro esempio non attecchì gran fatto, nè durò lungamente ad essere imitato; onde non si possono prendere per norma della sintassi da seguirsi più comunemente.