150. Anche gli altri complementi significati con pronomi o avverbii relativi stanno pure in principio della proposizione. Questi uditori, a' quali ho io predicato questa mattina, tengono tutti il Giudizio universale per cosa vera? Segneri. - Scaldava una grande caldaja d'acqua, nella quale bollente entrava. Passavanti.

151. Quando però il pronome il quale è retto dalla preposizione di, e dipende da un sostantivo, si suole posporre ad esso. Si tolse verso Roma, dalla rovina della quale si astenne. Machiavelli. - Lieto e contento muojo nella solinga casa di questa selva dolcissima. Alla tranquillità della quale non si avvicina qual si voglia real grandezza. Giambullari. -

152. Al contrario: La galleria era destinata a' più adulti, de' quali una metà o un terzo (ovvero: una metà o un terzo de' quali) studiavano all'Università. Alfieri. - S'abbattè a quella Saviezza, della quale egli andava in traccia (in traccia della quale andava). Gozzi.

153. Anche i complementi si pospongono all'infinito retto da preposizioni; p. es. per giungere al quale; per entrar nel quale ecc.

154. Di cui posposto al sostantivo articolato diventa cui. Vedi capitolo precedente.

155. Gli oggetti e i complementi espressi con pronomi e avverbii interrogativi stanno anch'essi in principio della proposizione, salvo che il soggetto debba porsi molto in rilievo, nel qual caso si premette al pronome; p. es. Mio figlio ov'è, e perchè non è teco? Dante. - Gloria non di virtù figlia, che vale? Casa. - La qualità di questo figliuolo in quanto dispiacere tenesse il padre, ciascuno sel può pensare. Adriani il Vecchio.

156. Talora si pospone l'oggetto al verbo, come nelle frasi a far che? per guadagnar che cosa? e simili complementi di scopo.

157. Se un avverbio interrogativo determina un aggettivo, il verbo regolarmente si pone fra l'uno e l'altro. Potrete comprendere quanto sieno sante, quanto sien poderose .... le forze di Amore. Boccaccio. - Così dicesi sempre: com'è bello questo fiore! quanto è gentile quella donzella!

Soggetto assoluto
158. Vi è nella nostra lingua (e più nel parlare improvviso, che nello scritto) un modo di costruire irregolare, per cui il pensiero fondamentale, e, quasi direi, il soggetto ideale di una o più proposizioni vien posto in principio del periodo, come assoluto e indipendente; e ad esso poi, per mezzo di pronomi dimostrativi e personali, si riferiscono quelle.