488. Quando invece si considera più l'azione stessa o nel suo accadere o nella sua estensione, allora si usa l'ausiliare avere. Quindi si dice soltanto ho camminato (e non sono camminato), ho passeggiato, ho vagato, ho viaggiato. In conseguenza vi sono alcuni di questi verbi che, variando significato, variano pure ausiliare. Tali sono correre, montare, scendere, salire, saltare, volare ed altri. Usati nella prima maniera si costruiscono con essere, p. es. sono corso in camera, sono salito o sceso nel piano superiore o inferiore, l'uccello è volato alla preda, è volato via, fuori, in casa ecc.

489. Usati nella seconda si costruiscono con avere: ho corso, ho salito, ho volato (per indicare semplicemente la maniera del moto), ho sceso molto, ha volato rapidamente ecc. In questo senso e con questo ausiliare essi possono avere anche un apparente oggetto, che limita l'azione stessa, per esempio: ho corso un miglio, ho corso il palio, ho salito, montato, sceso le scale ecc. (V. la P. II, dove si tratta. dei complementi).

490. Esercizii: Essendo Salabaetto da lei andato una sera, costei cominciò a cianciare. Boccaccio. - Io era già da quell'ombre partito. Dante. - Io ho già molto camminato. Boccaccio. - Questa notte gli ecclesiastici sono corsi a S. Martino. Ariosto. - Ascanio aveva dato al Papa non leggier motivo di dolersi di lui per esser corso con alcuni cavalli in su quel della Chiesa. Botta. - Non avea il pino allora Corso l'onde marine. Varchi.

491. Dimorare può costruirsi con avere e con essere. Essendoci già buon tempo dimorato. Boccaccio.:

Gli ausiliari con i verbi riflessivi
492. Gl'intransitivi della specie C, vale a dire tutti i verbi conjugati in forma riflessiva (con mi, ti, si, ci, vi, si), siano essi usati in senso riflessivo o altrimenti, pigliano regolarmente l'ausiliare essere. P. es. mi sono vestito, costoro si sono odiati, egli si era spaventato, mi sono abboccato con alcuno, mi sono adirato, tu ti sei ricordato o dimenticato, si sono vergognate, mi sono messo il cappello in capo, tu ti sei guadagnato il pane, mi sono letto le rime del Petrarca.

493. Anche quando la particella riflessiva che accompagna un infinito dipendente, si accosta al verbo, da cui esso dipende, lo cangia in riflessivo, e muta, avere in essere; p. es. ho cominciato a lamentarmi e mi sono cominciato a lamentare; non ho saputo valermi della vittoria, e non mi son saputo valere eco. - Udì dire come s'era, per paura, gittato nel canale. Boccaccio. - Non si sono ancor favellati. Salviati. - Nella furia del menar le mani si sarebbero spesso ammazzatigli amici fra loro. V. Borghini. -