Disquisizioni sul... «nulla»

Nulla e niente sono pronomi indefiniti (singolari) invariabili e si riferiscono a una cosa. Hanno la forza di negare, senza l'aggiunta di un'altra negazione, solo se precedono il verbo di modo finito: nulla lo fermerà; niente lo soddisfaceva; nulla lo cambierà.
Quando sono posposti al verbo non negano… nulla se non sono accompagnati da un'altra negazione (non): non dice nulla; non gli piace niente. Non è un buon italiano, dunque, dire o scrivere, per esempio, “mi meraviglia nulla”; “ niente mangerò a pranzo”.
Tuttavia costrutti senza il non si trovano nell'italiano antico: “Quando poteva s'aiutava, ma ciò era niente ” (Boccaccio). Oggi, l'uso moderno “condanna” simili costrutti.
Locuzioni come “fa niente”, “fa nulla”, “so niente” e simili sono considerate dialettali, infatti, perché non accompagnate dal non e da evitare, per tanto, in buona lingua italiana.
Da notare, infine, che nelle frasi interrogative i due pronomi perdono la loro negatività acquistando un valore positivo: “ti occorre nulla ”? (ti occorre, cioè, qualche cosa?); “vuoi niente
?” (vuoi qualcosa?).
Dimenticavamo. Nulla e niente si possono apostrofare: null'altro; nient'affatto.
09-10-2017 — Autore: Fausto Raso