Contemplare...

Ancora un verbo della nostra bella e amata lingua adoperato, molto spesso, impropriamente (per non dire in modo errato): contemplare. Il verbo in oggetto significa “osservare attentamente e a lungo”, soprattutto con ammirazione, stupore, reverenza, piacere, devozione e simili: contemplare le stelle, contemplare un tramonto, contemplare un quadro, contemplare un monumento. Molti , invece, gli danno un significato che non gli “compete”, lo adoperano, cioè, con l’accezione di “considerare”, prevedere”, “stabilire”, “specificare”, “comminare”. Sulla stampa si leggono, spesse volte, frasi tipo: «per questo reato la legge contempla dai due ai cinque anni di reclusione»; oppure: «questa spesa non era contemplata nel bilancio familiare». Secondo voi gli anni di reclusione si “contemplano”; le spese familiari si “contemplano”? In questi casi (e in quelli similari) chi ama il bel parlare e il bello scrivere adopererà i verbi che fanno alla bisogna: comminare e prevedere. I vocabolari, però… Voi, amici che ci seguite, regolatevi secondo la vostra “coscienza linguistica”.

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29-12-2017 — Autore: Fausto Raso