Collo e collo
Vediamo ora una parole omofona e omografa (stessa pronuncia e stessa grafia) ma con significati distinti. La prima è il collo e viene dal latino collu(m) il cui significato principe – chi non lo sa? – è la parte del corpo che nell’uomo e negli animali vertebrati unisce la testa col busto. In questa accezione si tende a dare al latino collu(m) il medesimo etimo di columna (colonna): colonna che tiene la testa.
Ora, dato che i movimenti del collo si trasmettono al capo, in alcune frasi che indicano, appunto, tali movimenti il collo medesimo diventa sinonimo di testa: abbassare il collo (umiliarsi); sollevare il collo (ardire) e via dicendo.
A questo primo significato se ne aggiunge un altro completamente diverso (anche se è in relazione con il precedente): grosso involucro, bagaglio. Non vi è mai capitato di lasciare i vostri bagagli nei depositi delle stazioni ferroviarie dove la tariffa è un tot a collo? E perché collo? Perché in questo significato il collo è impiegato nel senso di fardello da portare in... collo.
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