Essere e avere: il loro uso corretto

I verbi essere e avere hanno una coniugazione propria (non appartengono alla prima coniugazione, né alla seconda né alla terza) e sono chiamati verbi ausiliari perché sono di aiuto agli altri verbi per la coniugazione dei tempi composti; molto spesso, però, siamo in dubbio su quale dei due ausiliari adoperare.

Non è possibile stabilire una regola precisa, è indispensabile, quindi, consultare un buon vocabolario.

Possiamo dire però, in linea di massima, che l'ausiliare essere si adopera con i verbi impersonali, con i riflessivi e per la forma passiva dei verbi transitivi.

Avere, invece, si usa con i verbi intransitivi che indicano un movimento o moto fine a sé stesso (ho volato, ho camminato, ho corso), con quelli intransitivi che indicano un'attività dello spirito e del corpo (ho pensato, ho dormito) e per formare i tempi composti di tutti i verbi transitivi (ho letto una poesia).

Da notare, a margine di queste noterelle, che l'uso dell'uno o dell'altro ausiliare fa cambiare il significato al verbo principale: ho mancato (ho commesso una colpa), sono mancato (non ero presente).

11-09-2020 — Autore: Fausto Raso