La preposizione impropria senza

Due parole sull'uso corretto della preposizione impropria senza perché molto spesso non viene usata a dovere. In linea generale si unisce direttamente al sostantivo: senza paura; senza fretta; senza soldi.

Quando regge due o più nomi, davanti al secondo (e a quelli successivi) non si ripete ma si pone la negazione (oppure la o, secondo i casi), mai la e: senza grazia né garbo; senza aiuto o conforto.

Quando è seguita da un pronome personale (e molto spesso anche con i dimostrativi) si costruisce, preferibilmente, con la preposizione di: senza di loro (ma anche senza loro); senza di voi (senza voi); senza di questo (senza questo).

In funzione di congiunzione introduce una proposizione esclusiva con valore modale. Sempre in funzione di congiunzione si unisce direttamente a un verbo di modo infinito se il soggetto di entrambe le proposizioni è il medesimo: è andato via di corsa senza dire una parola; se i soggetti sono, invece, diversi si fa seguire dalla congiunzione che con il verbo al modo congiuntivo: ha fatto tutto di testa sua senza che io lo sapessi.

13-05-2020 — Autore: Fausto Raso — permalink


Rabbugiare

Ci piacerebbe che i vocabolaristi togliessero la muffa al verbo rabbugiare e gli ridessero — con tutti gli onori — il posto che merita nei dizionari.

Dal Tommaseo-Bellini:
«RABBUGÏARE.
V. n. ass. Dire nuove bugie, oltre le già dette. Cavalc. Specch. pecc. 94. (Man.) Ed anche veggiamo che il rabbugiare, e bestemmiare, e 'l mormorare, e altri molti e molti peccati, li quali la scrittura pone per mortali, così stoltamente reputiamo veniali. (Se non è err.)
».

Sotto il profilo strettamente etimologico il verbo in questione è composto con il prefisso iterativo ra(b)- e l'antico bugiare.
Il suddetto verbo è immortalato qui.

12-05-2020 — Autore: Fausto Raso — permalink


La prosopografia

Da questa rubrica siamo sempre stati (e sempre lo saremo) contro l'uso di parole straniere — che inquinano il nostro idioma gentil sonante e puro, per dirla con l'Alfieri — quando c'è il corrispettivo vocabolo italiano.

Ci domandiamo, infatti, per quale motivo si continui ad adoperare il termine barbaro identikit quando in italiano abbiamo un vocabolo (dai tempi dei tempi) che fa alla bisogna: prosopografia (descrizione delle fattezze di un individuo).

È composto con le voci greche πρόσωπον prósopon (viso) e γράφειν gràphein (scrivere).

11-05-2020 — Autore: Fausto Raso — permalink