Pronuncia corretta del verbo sguainare

Il verbo sguainare — contrariamente alla pronuncia diffusa e ritenuta, quindi, corretta — ha l'accentazione sulla i, non sulla a: io sguaìno.

Il motivo va ricercato nel fatto che è un verbo denominale, proviene, cioè, dal sostantivo guaìna (fodero, involucro, custodia).

E questo dal latino vagìna (con l'accento sulla i). I Latini dicevano: «gladium e vagìna educere» (estrarre la spada dalla guaìna).

Non capiamo, quindi, come abbia pouto prender piede la pronuncia errata.

29-11-2019 — Autore: Fausto Raso — permalink


Collocazione dell'aggettivo

«Pregiatissimo dott.Raso,
tutte le grammatiche concordano nel definire l'aggettivo
quella parte variabile del discorso che si accompagna al sostantivo per meglio definirlo. Non specificano, però, se si mette prima o dopo il nome al quale si riferisce. Posso dire indifferentemente, quindi, una bella donna e una donna bella? A orecchio noto una leggera sfumatura di significato. Può dirmi qualcosa in proposito?
Grazie e cordialità
Sebastiano L.
Brindisi
»

Gentile Sebastiano, le grammatiche non specificano il posto che deve occupare l'aggettivo perché si può collocare sia prima del nome sia dopo; è una questione di gusto personale (si tratta di stile, quindi, non di grammatica). Si possono stabilire, tuttavia, alcune regole.
A) l'aggettivo va collocato dopo il nome quando messo prima la frase non avrebbe senso: ieri ho incontrato il mio ex docente universitario (universitario docente non avrebbe senso);
b) si colloca prima del sostantivo quando ha senso generico o indica qualità permanenti, naturali, abituali: un bel panorama, una grande casa, un antico maniero;
c) si mette dopo il sostantivo quando si vuol dare maggiore risalto (un maniero antico); quando è participio (casa diroccata); quando è seguito da un complemento (un uomo tardo di mente).
Se si tratta di più aggettivi, questi possono essere collocati prima o dopo il sostantivo o avere il sostantivo in mezzo. Nel suo esempio, quindi, una bella donna e una donna bella, l'aggettivo posto dopo il nome dà maggior risalto alla bellezza della donna.

28-11-2019 — Autore: Fausto Raso — permalink


Essere in veste di...

L'uso e il significato di questa espressione non abbisognano, certamente, di spiegazioni. Si adopera, infatti, in senso figurato e sta per come..., in qualità di.... Ti parlo in veste di amico, vengo in veste di ambasciatore. E la veste? Semplicissimo.

Nei tempi andati, alcuni capi d'abbigliamento distinguevano la professione, il ceto sociale e via dicendo di coloro che li indossavano. Erano, insomma, una sorta di uniforme, di divisa che rendevano la persona facilmente individuabile. Non di rado, infatti, si correva il pericolo di imbattersi in malfattori che si erano diligentemente travestiti da... gentiluomini.

E da qui, probabilmente, trae origine il modo di dire l'abito non fa il monaco. Vale a dire: sotto il saio si nasconde un'altra persona.

27-11-2019 — Autore: Fausto Raso — permalink