I ferragosto o i ferragosti?
«Pregiatissimo dott. Raso,
le scrivo per un dubbio che mi assilla da tempo: esiste il plurale di ferragosto? Con i miei familiari sono solito fare tutti i ferragosti una scampagnata e pranzare sotto un pergolato. Mi è stato detto che ferragosto è un sostantivo invariabile. Ho consultato molti vocabolari e non ho trovato risposta sicura: alcuni lo pluralizzano, altri no. Secondo lei è scorretto i ferragosti?
Grazie in anticipo e un cordiale saluto.
Gennaro S.
Civitavecchia (RM)»
Cortese Gennaro, effettivamente i vocabolari sono discordi sul plurale di ferragosto. Personalmente lo pluralizzo: i ferragosti.
Non vedo, secondo logica, perché non si possa fare il plurale, come i natali o le pasque. In proposito, il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia, sempre attento alla lingua, non specifica nulla, il che lascia intendere che non è scorretto il plurale del sostantivo in questione.
Una rapida ricerca con Google libri ha dato, inoltre, questi risultati.
I bottoni
Vogliamo vedere, cortesi amici, come sono nati i bottoni, vale a dire quegli aggeggi di metallo o altro materiale che servono per unire le parti di un indumento? La 'parola' a Enzo La Stella.
«Questo indispensabile accessorio dell'abbigliamento (i bottoni) era sconosciuto agli Assiri, agli Egiziani, ai Cinesi, ai Romani e ai Greci; anche nel Medioevo e nel Rinascimento, poi, la gente doveva contentarsi di legacci e spille per tenere insieme i propri capi di vestiario, finché a un ignoto e geniale sarto venne l'idea di aprire nel tessuto un'apertura a forma d'occhio (l'occhiello), attraverso la quale fare spuntare o germogliare (dall'antico termine francese boteter) un pezzo d'osso o di legno fissato al tessuto sottostante.
Il gioco era fatto e, subito, gli uomini decisero di portare i bottoni sul lato destro delle loro giacche, mentre alle signore, use a esser vestite dalla cameriera, parve logico metterli a sinistra, per agevolare il compito alla preziosa ausiliaria.
I bottoni, ovviamente, piacquero anche ai militari, specie quando il progresso tecnologico permise di produrne di bellissimi, lucenti e decorati con aquile, cannoni e fronde di quercia o di alloro. E quegli inutili bottoncini che ornano il polso delle giacche da uomo e che oggi, se lasciati sbottonati ad arte, dovrebbero indicare la differenza fra un capo sartoriale e uno di serie?
Sarebbero stati introdotti da Federico il Grande di Prussia per togliere ai suoi granatieri il viziaccio di usare il polsino della giubba come surrogato del fazzoletto».
Antiruggine: si pluralizza?
Riteniamo sia opportuno ricordare che il termine antiruggine è un aggettivo e un sostantivo maschile invariabile, come recita la totalità dei vocabolari italiani.
Perché — vi domanderete — questa precisazione? Perché navigando in rete ci siamo imbattuti in gli antiruggini, in alcuni casi, addirittura, è diventato sostantivo femminile, le antiruggini.
Stupisce, inoltre, il constatare che, dando una rapida occhiata a Google libri, la voce errata prevale su quella corretta. 317 occorrenze per gli antiruggini e 67 per gli antiruggine.
A questo proposito è interessante notare, invece, che il termine in oggetto si può scrivere con una sola g (rugine, forma più vicina all'etimologia), anche se la grafia corrente è con doppia g.

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