La selafobia

«Cortese dott. Raso,
la ringrazio per la sua tempestiva ed esauriente risposta circa la
scotofobia. Approfitto, ora, della sua non comune disponibilità per altri due quesiti. Uno riguarda le fobie, l'altro la grammatica. Sento sempre più spesso dire più intimo: il mio più intimo amico. È corretto? Intimo non è di per sé un superlativo assoluto? E vengo alla fobia. Quale termine indica la paura dei lampi, dei fulmini? Certissimo di una sua gentile ed articolata risposta, la ringrazio anticipatamente e le porgo i miei più vivi ossequi.

Giovanni T.
Gorizia
»

Caro amico, le rispondo con piacere. Comincio dal quesito grammaticale. Effettivamente intimo è già superlativo e non si potrebbe alterare ancora. Con il trascorrere del tempo, però, questo aggettivo ha perso il suo valore di superlativo (di derivazione latina) assumendo solo quello di aggettivo positivo con i relativi gradi di comparazione: «I suoi più intimi pensieri» (Gaspare Gozzi). Quanto alla paura dei fulmini, dei lampi il termine è selafobia (dal greco σέλας sélas, luce e φόβος fòbos, timore, paura).

08-03-2019 — Autore: Fausto Raso — permalink


Sto disfando la valigia

Si presti attenzione alla corretta coniugazione del verbo disfare: essendo un composto di fare si coniuga come questo. Un errore molto comune si riscontra nel gerundio: disfando. La sola forma corretta è disfacendo, come facendo, per l'appunto. Navigando in Internet ci siamo imbattuti in scrittori che sono caduti in questo madornale errore, forse incoraggiati da un coniugatore di verbi che dà, come variante di disfacendo, la forma errata disfando. Si vedano i collegamenti in calce.
Google Libri
Wordreference - disfare

07-03-2019 — Autore: Fausto Raso — permalink


Le amalgame

Tutti i vocabolari si accapigliano per stabilire il genere di questo sostantivo: chi lo dà tassativamente maschile, chi ammette anche il femminile avvertendo, però, che è di uso non comune (come, per esempio, il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia). Quindi: l'amalgama, gli amalgami; l'amalgama, le amalgame.
Da parte nostra non ci sentiamo di tacciare di ignoranza (come usano alcuni soloni della lingua) coloro che preferiscono la forma femminile, pur sapendo che non è molto comune. Una rapida occhiata a Google libri ci ha sorpreso. La forma femminile plurale prevale su quella, più comune, maschile: 1.270 occorrenze contro 412.

Google Libri - amalgame
Google Libri - gli amalgami

In proposito si legga anche la "nota d'uso" cliccando su: Sapere.it - amalgama

Concludiamo dando la parola al linguista Aldo Gabrielli, che nel suo Si dice o non si dice?", scrive:

«Amalgama è da almeno tre secoli nel nostro lessico, e sul suo significato siamo tutti d'accordo: mescolanza, impasto oppure lega di un metallo col mercurio. Ma per molti rimane incerto il sesso di amalgama, e non ci aiutano gli esempi di scrittori autorevoli: per alcuni è femminile, per altri è maschile. Né ci aiuta dare un'occhiata a quello che succede in Europa: per i francesi è maschio, per gli spagnoli è femmina.
Andiamo all'origine del vocabolo. Amalgama deriva da un latino medievale degli alchimisti amàlgama, di genere neutro, probabile deformazione araba (al-malgan) del greco málagma, mistura, impasto, che discende a sua volta dal verbo malásso, rammollisco (per l'aspetto molle della lega). Secondo altri, invece, il neutro latino sarebbe l'alterazione del sinonimo algama, dall'arabo al-gamâa, che significa
riunione. L'oscillazione del genere è dovuta evidentemente alla terminazione -a del vocabolo, propria dei femminili in italiano. Ma l'italiano non manca di nomi in -a di genere maschile: il papa, l'auriga, il profeta, il collega, l'eremita eccetera. Di qui la confusione. Decidiamoci: l'origine del vocabolo è di genere neutro; si sa che il neutro latino sfocia normalmente nel maschile italiano. Facciamolo maschile, e basta alchimie: un perfetto amalgama».

06-03-2019 — Autore: Fausto Raso — permalink