Ad alcuni la fortuna capita dormendo

Chissà quanti amici lettori vorrebbero che questo modo di dire prendesse corpo anche per loro. L'espressione, di origine francese, non abbisogna assolutamente di spiegazioni tanto è intuitivo il significato: molte persone hanno tutto ciò che desiderano senza la minima fatica, senza muovere un dito, come usa dire.
La locuzione — probabilmente non molto conosciuta — è tratta da un episodio che alcuni autori attribuiscono a Enrico III, altri a Luigi XI. Un giorno il sovrano (Enrico III? Luigi XI?) entrato nella chiesa di Nostra Signora di Aléry per assistere ai Vespri, fu avvicinato da un invadente prelato, che chiedeva benefizi.
Il re, seccatissimo di quell'invadenza, si guardò attorno e notò un prete che dormiva tranquillamente in un angolo della chiesa. Il sovrano, a quella vista, chiamò uno del suo seguito e ordinò che fosse concesso quanto aveva chiesto il prelato a quel pretino, che nulla aveva preteso, ovviamente, perché dormiva.

05-10-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink


Acchinare e addopare

Tra le parole che ci piacerebbe fossero rispolverate e rimesse a lemma nei vocabolari segnaliamo i verbi acchinare e addopare, ed entrambi si possono coniugare nella forma intransitiva pronominale.
Il primo sta per umiliare: Giovanni, per favore, non acchinare quella povera donna indifesa.
Il secondo vale nascondere: Giulio ha addopato quanto non voleva che stesse in bella vista.
Dizionario.org - acchinare
Dizionario.org - addopare

04-10-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink


Il soldo e il soldato

Forse non tutti sanno che c'è una parentela etimologica tra il soldo e il soldato. Vogliamo vederla? Anzi, scoprirla?
Cominciamo dal soldo, che è una moneta — ormai scomparsa dalla circolazione — di basso valore: la ventesima parte di una lira (prima dell'avvento dell'euro). Il suo valore, dunque, era talmente infimo che noi, per mettere in risalto il fatto che una determinata cosa non vale assolutamente nulla diciamo, infatti, che non vale un soldo.
In origine, però, non era affatto cosí: il termine soldo indicava una moneta pesantissima e, per tanto, di immenso valore. Si pensi ai Romani, che chiamavano nummus aureus solidus o, semplicemente, solidus , la moneta (nummus) di oro massiccio.
Il termine, dunque, ha cambiato di significato (si fa per dire) per il mutare dei costumi e delle condizioni storiche in cui vivono i parlanti: la perdita di valore della moneta ha tolto valore anche al suo nome.
Questa premessa sul soldo per vedere, appunto, la parentela con il soldato. Occorre, però, tornare indietro nel tempo in cui gli eserciti erano formati dai cosí detti mercenari, vale a dire da gente che si metteva a disposizione, o meglio al servizio, di un signore o di uno Stato ricevendone un compenso.
Questo compenso era chiamato soldo (perché consisteva in moneta, solidus) e coloro che lo percepivano erano chiamati assoldati, vale a dire arrolati per guadagnarsi il soldo. Da assoldato — per il solito processo linguistico — è venuto il soldato, termine che si è conservato anche ora che i soldati non sono piú mercenari.
E a proposito di mercenari, il vocabolo non vi dice nulla? Analizziamolo assieme: dal latino mercenarius, derivato di mercedem (mercede, paga). Il mercenario, quindi, è «colui che serve gli altri per mercede». Il vocabolo era molto 'in voga' alla fine del Medio Evo e nel Rinascimento in quanto designava, appunto, le truppe mercenarie, che servivano chi piú pagava, combattendo senza passione e senza fede (politica).

03-10-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink