Pile esauste o esaurite
Gentile Dottor Raso,
negli ultimi tempi ho notato il diffondersi delle scritte "raccolta pile esauste" e "raccolta pile esaurite" sui contenitori predisposti per la raccolta differenziata. Perché non utilizzare l'aggettivo "scariche" come abbiamo sempre fatto ("pile scariche")? Qual è la Sua opinione?
La ringrazio
In.Somma
Ferrara
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Cortese In.Somma, concordo con Lei. Esauste ed esaurite, pur non essendo assolutamente voci scorrette riferite a cose (pozzo esausto, teatro esaurito) mi sembrano piú appropriate per le persone. Direi, quindi, raccolta pile “scariche”.
Qualche consiglio linguistico
Malacitano – così si chiama l’abitante di Malaga, città dell’Andalusia, non malagalese.
Malcostume – nella forma plurale il termine si scinde in due parole: mali costumi.
Mettere in guardia – l’espressione significa avvisare qualcuno di guardarsi da persone o da cose dalle quali potrebbe averne un danno e si costruisce, per tanto, con la preposizione da, non su: Paolo ha messo in guardia Giovanni dai risultati che otterrebbe se intraprendesse quella strada.
Mezzogiorno – il suo plurale è mezzogiorni: l’appuntamento è tutti i mezzogiorni.
Mica – sostantivo femminile adoperato come particella rafforzativa di una negazione, deve essere sempre accompagnato con il non, altrimenti non nega nulla. Non diremo, pertanto, mica l’ho chiamato ma, correttamente, non l’ho mica chiamato.
Soventemente? Di uso raro
A proposito di soventemente, adoperato dal dr Nichil (nella rubrica di lingua del quotidiano la Repubblica in rete), forse è il caso di chiarire che siffatto avverbio è attestato e marcato “BU” (basso uso) solo dal GDU.
Il Treccani scrive, infatti:«sovènte avv. [dal fr. ant. sovent (fr. mod. souvent), che è il lat. subĭnde «subito dopo, ripetutamente» (comp. di sub «sotto» e inde «quindi, dipoi»)]. –
Spesso, frequentemente. Sentito come letter. e ricercato, non è tuttavia raro nella lingua dell’uso: ci vediamo s., m’accade s. di dimenticare l’ombrello; Facea s. pe’ boschi soggiorno (Poliziano); Lungo il cammino stramazzar s. (Parini); mi invitavano s. a cena (Bassani). Ant. e raro come agg., frequente: soventi battaglie (G. Villani); su questo si è formata un’ant. e rara forma avverbiale, soventeménte».

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