Mucchero
Forse pochi sanno che l’acqua profumata per infusione di rose e viole si chiama “mucchero”.
Il termine, infatti – se non cadiamo in errore – non è attestato nei comuni vocabolari.
Lo riporta solo il dizionario etimologico di Ottorino Pianigiani, di cui diamo il collegamento in calce.
Etimo.it - mucchero
Toponimo: quale genere?
Gentile dott. Raso
spero che lei possa togliermi questo dubbio: in tutte le grammatiche si dice
che i nomi di città sono di genere femminile, però esistono molti toponimi con
l'aggettivo maschile (es. Ariano Irpino, Scanzano Ionico, Misano Adriatico
etc).
Queste città sono quindi da considerare di genere maschile o femminile?
La ringrazio anticipatamente
Luca
(Località omessa)
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Cortese Luca, la questione è molto complessa, spero di riuscire a essere il piú chiaro possibile.
I toponimi sono di genere femminile perché si sottintende "città". Milano e Torino, per esempio, sono femminili perché, appunto si sottintende "città": la (città di) Milano operosa; la (città di) Torino sabauda. Quanto ai toponimi con l'aggettivo maschile (Ariano Irpino) dipende dal fatto che l'aggettivo si riferisce, generalmente, al capostipite che ha fondato la località cui ha dato il nome. La località, comunque, resta sempre di genere femminile perché si sottintende "città" o "cittadina": la bella (cittadina di) Misano Adriatico.
Una piccola annotazione personale: quando la città o cittadina ha chiaramente morfologia maschile la località va declinata al maschile.
Lo stadio e la stadia
Chissà se gli appassionati di calcio che ogni domenica affollano il campo sportivo dove gioca la loro squadra del cuore sanno perché si chiama “stadio”. Vogliamo vedere, anche, se esiste una parentela tra lo stadio, vale a dire il campo di gioco, e lo stadio inteso come fase terminale di una malattia? Lo stadio, dunque, alla lettera significa “misura”, provenendo dal greco “stadion” (misura, appunto), e in origine era un'estensione determinata di 600 piedi greci o 625 romani, vale dire 125 passi geometrici. Lo stadio, insomma, è una misura greca di lunghezza corrispondente a circa 178 metri. Oggi, per stadio si intende, comunemente, un “campo per lo svolgimento di gare sportive, attrezzato in modo da poter ospitare un certo numero di spettatori”. Il nome riprende quello originario greco in quanto in Olimpia il “campo” in cui si svolgevano le gare atletiche era della lunghezza di uno stadio, per l'appunto. Per quanto riguarda lo stadio inteso come “periodo” di una malattia, la parentela con il campo di gioco si giustifica con l'uso figurato della parola stessa. Lo stadio, come abbiamo visto, è una misura, e in senso figurato “misura”, appunto, il periodo di una determinata malattia: malato all'ultimo stadio, cioè alla fine. Non possiamo concludere questa “chiacchierata” senza accennare allo stadio, adoperato in senso estensivo, per indicare “ciascuno dei segmenti propulsivi di un missile, che si staccano da questo allorché il propellente è esaurito”. Per finire. Sempre da stadio abbiamo il femminile “stadia”, cioè l' “asta graduata” adoperata per rilevamenti topografici.
Etimo.it - stadio

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