La cenere e il cenere
Grazie e cordialità
Severino T.
Rimini»
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No, cortese amico, il maschile ceneri è errato. Nella forma singolare, però, è ambigenere.
È rigorosamente femminile quando il sostantivo in oggetto sta a significare “ciò che resta di materiale arso”.
Maschile, e di uso letterario, quando indica i resti del corpo umano, soprattutto dopo la cremazione (“Parla di me col tuo cenere muto”, Ugo Foscolo).
Nel plurale, in entrambi i casi, è rigorosamente femminile. Veda anche questo collegamento:
Dizionario RAI.it
Nonché: il suo uso corretto
Riteniamo importante spendere due parole su una congiunzione non sempre adoperata a dovere: nonché (o non che).
Questa congiunzione, dunque, ha valore rafforzativo o intensivo e significa “tanto piú” (“tanto meno”), “per di piú”, “inoltre”, “oltre che”, è errato, quindi, il suo uso al posto della congiunzione “e”.
Si legge, molto spesso, nelle cronache dei giornali: alla cerimonia sono intervenuti il ministro del lavoro nonché rappresentanti del mondo imprenditoriale.
È chiarissimo come la luce del sole che in questo caso “nonché” sta per “e”, il suo uso, perciò, è orribilmente errato.
La congiunzione nonché è adoperata correttamente, invece, in frasi del tipo: è un giovane intelligente, nonché (per di piú, oltre che) studioso.
Avere ancora le prime orecchie
Questo modo di dire, forse non molto conosciuto (e, quindi, poco adoperato) si usa, in senso ironico, nei riguardi di giovanissimi che si danno “arie” di persone ricche di esperienza e di “vita vissuta”.
La locuzione allude alle orecchie, in senso scherzoso, come fossero i denti, che si cambiano durante la crescita.

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