377. Nel parlar vivo si suole tralasciare l'articolo, e dire uno, l'altro, anche nella medesima proposizione; p. es. Fra un occhio e l'altro; fra una faccenda e l'altra. - Erano stati condannati al pari di noi, uno a 20 anni, l'altro a 15. Pellico. - Diciamo, p. es. di queste carte una è bianca, l'altra è rossa.

Con tutto
378. Il pronome quantitativo tutto usato aggettivamente rifiuta sempre gli articoli. Tutte le notti si lamenta e piagne. Petrarca. - Cominciò a riguardare alle maniere di tutti i cortigiani. Boccaccio. - Gli uomini tutti lodarono il novellare. Boccaccio.

379. Usato come sostantivo prende l'articolo soltanto quando sta in relazione con un'altra idea; p. es. il tutto e la parte. Uno finisce troppo le parti ad una ad una e poi nel tutto .... è infelice. Prose Fiorentine. - Gli amici sieno quasi parte di un tutto. Dante. - Al contrario: Quel savio gentil che tutto seppe. Dante.

Con il relativo che
380. Il relativo che prende l'articolo determinato nei casi indicati (cap. XII, § 15): prende l'articolo indeterminato, quando significa qualche cosa, e allora suol precedere una frase partitiva, p. es. Un che di peregrino e di gentile. Sono molte le frasi che se ne formano: un bel che, un minimo che, un certo che, un non so che ecc.

Con i pronomi possessivi
381. I pronomi possessivi rifiutano per lo più l'articolo determinato, quando precedono immediatamente uno de' seguenti nomi di parentela nel numero singolare: padre, madre, figlio, figlia (non figliuolo, nè figliuola), nonno, nonna, fratello, sorella, zio, zia, nipote, marito, moglie, cognato, cognata, cugino, cugina, suocero, suocera, genero, nuora.

382. Con altri nomi di parentela l'articolo si conserva, e con questi pure, quando siano alterati (vedi addietro, cap. IV) o seguiti da un aggettivo. Io il dirò a mio fratello. Egli ha tua sorella per moglie. Io voglio che tu vada e meni teco tua moglie. Voi dalla povertà di mio padre togliendomi, come figliuola cresciuta m'avete. Boccaccio. - Mio figlio ov'è, o perchè non è teco? Dante. - Vostra sorella mi mandò a casa Monna Lessandra vostra zia per questi imbrogli. Cecchi.

383. Al contrario si deve dire il mio fratellino, la sua sorelluccia, la tua nipotina, il mio padre amoroso, mio fratello Giovanni, mio padre Luigi ecc.