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Luigi Capuana
(✶1839   †1915)

La figura che ne emerge è quella del medico, che da scienziato può intervenire nella realtà malata e curarla. In esso, tuttavia, il Capuana non si sofferma tanto sugli elementi "patologici" di Giacinta, quanto sulle sue reazioni consce e inconsce di fronte alla realtà. L'autore vuole penetrare "il segreto di certe azioni", vuole mostrare, nell'apparente incoerenza del comportamento della donna, una coerenza che, pur in contrasto con le leggi della ragione, rientrano in un sistema psicofisiologico. La violenza, subita da bambina, è quindi la chiave che spiega, in termini deterministici, ogni scelta di Giacinta che, anche se inspiegabile, la condurrà alla scelta estrema: il suicidio. Sul piano della tecnica narrativa siamo lontani, come sostengono alcuni critici, dall'impersonalità di Verga; in Giacinta è presente il narratore onnisciente che osserva i fatti dall'esterno ed interviene con i suoi commenti. Come osserva Maria Luisa Ferlini "Il romanzo presenta squilibri di struttura e di tono (come testimoniano le diverse riscritture dell'autore)."

Profumo

Il romanzo, che fu pubblicato nel 1891, era in precedenza uscito dalla "Antologia" nel secondo semestre del 1890. In esso sono evidenti le influenze del naturalismo zoliano e gli elementi ispirati alla fisiologia e alla patologia compaiono come in Giacinta, anche se Capuana sembra voler ritornare al nucleo centrale della sua ispirazione, cioè all'indagine psicologica. Con questo romanzo Capuana si inoltra nella via del romanzo psicologico moderno, risalendo all'infanzia dei protagonisti e ritrovando i germi del male in azioni apparentemente trascurabili. Inoltre entrano nel racconto scene e immagini regionali, descrizioni pittoresche di folle paesane in movimento, come la festa della Passione e la processione dei Flagellanti."

Malìa

Caso più unico che raro, lo stesso anno del libretto (1891), nacque la commedia omonima in italiano, e poi, nel 1902, quella in lingua siciliana malgrado il parere contrario di Verga, che non credeva in una Malìa in siciliano, e che fu portata alle stelle da Giovanni Grasso e Mimì Aguglia. La musicò Francesco Paolo Frontini che, prima di accingersi alla stesura dell'opera, fece leggere il libretto a Mario Rapisardi e a Verga. Rapisardi lo trovò «bellissimo». Verga ne fu «entusiasta». Il successo dell'opera si rinnovò a Bologna, Milano, Torino e al Teatro Nazionale di Catania. «A leggere l'opera anche oggi» - scriveva il maestro Pastura alla morte del Frontini - «un brivido di commozione ci avvince. Il dramma del Capuana trovò in Frontini un commentatore raffinato e preciso, un musicista che facendo musica seppe fare anche della psicologia. Jana, Nedda, Cola e Nino sono tratteggiati con profondo intuito e con una indagine psicologica che mette a nudo le loro anime inquiete, che precisa i caratteri, che ne riassume la tragedia». Sempre a proposito di Malìa, l'accento è stato posto ancora sull'isterismo della protagonista Jana, nata agli albori degli studi freudiani. Altre note opere teatrali di Capuana in siciliano furono Bona genti (1906), Lu cavaleri Pidagna (1909), Ppi lu currivu (1911), Cumparaticu (1911), Riricchia (1911), 'Ntirrugatoriu (1912), I fratelli Ficicchia (1912), Paraninfu (1914), Don Ramunnu Limoli (1915), Quacquarà (1915).

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Il marchese di Roccaverdina

Ma il capolavoro di Capuana fu un altro romanzo: Il marchese di Roccaverdina pubblicato nel 1901, dopo circa quindici anni di lavoro. Il romanzo intreccia motivi di carattere sociologico, sulla linea della più tipica narrativa verista, all'elemento psicopatologico. La storia narrata è quella del marchese di Roccaverdina che, per ragioni di convenienza sociale, dà in sposa la giovane contadina che tiene in casa come serva-amante a un suo sottoposto, Rocco Criscione, che si impegna a rispettarla come una sorella ma che in seguito, avvelenato dal sospetto, proprio il marchese uccide a tradimento, lasciando che venga incolpato del delitto un altro contadino. La vicenda, che si snoda sullo sfondo di una campagna siciliana arida e desolata con un ritmo cupo e ossessivo, è narrata in flashback dal marchese come ricordo angoscioso e come confessione. Il tema dominante, tutt'altro che facile, è quello della progressiva follia del protagonista dalle prime paure spiritistiche ai vari tentativi di placare l'angoscia e il rimorso con la religione, con il lavoro, con il matrimonio, con il materialismo e l'ateismo, fino alla follia, alla demenza, alla morte. Esso è risolto felicemente dal narratore con una formula realistica che non insiste sul caso patologico, come in Giacinta e in Profumo, ma si serve di una vicenda umana per risalire alla complessa psicologia dei personaggi. Prevale in questa opera di Capuana la fredda analisi a danno dell'abbandono poetico e fantastico.

Le novelle

Tra le opere narrative migliori di Capuana sono da annoverare le novelle ispirate alla vita siciliana, ai personaggi e ai fatti grotteschi e tragici della propria provincia, come nel realismo bozzettistico di alcuni racconti della raccolta "Le paesane" e in altre che non presentano situazioni drammatiche, ma sono divertenti e cercano sempre di mettere in evidenza il lato comico anche se il caso si fa serio. Nelle novelle numerosi sono i ritratti dei canonici, dei prevosti, dei frati cercatori con la passione della caccia, del gioco e della buona tavola, tipici di tanti personaggi della narrativa del secondo Ottocento.

Le fiabe

Le fiabe, scritte in una prosa svelta, semplificata al massimo, ricche di ritornelli, cadenze e cantilene rimangono forse l'opera più felice del Capuana. Esse non nascono da un interesse per il patrimonio folkloristico siciliano e non vengono raccolte come documenti della psicologia popolare, ma nascono dall'invenzione.

Di queste l'unico volume reperibile è: Si conta e si racconta (Muglia Editore, 1913; Pellicanolibri, 1985).

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Adattamenti cinematografici

Capuana ha ispirato poco il cinema, a differenza di Giovanni Verga. Il primo film, infatti, è ispirato ad un'opera minore come Lu cavalieri Pidagna con il titolo Zaganella e il cavaliere (1932). Era diretto da Giorgio Mannini e Gustavo Serena, sceneggiato da Amleto Palermi con la partecipazione di Marcella Albani nel ruolo di Lia e Carlo Lombardi in quello di Ignazio Meli.

Nel 1933 Paraninfo diretto da Amleto Palermi. Il romanzo che, invece, ha avuto maggiore verve ispirativa è stato Il marchese di Roccaverdina che è stato alla base di due film con lo stesso titolo: Gelosia. Il primo è di Ferdinando Maria Poggioli, del 1942, sceneggiato da Sergio Amidei, con Luisa Ferida nel ruolo di Agrippina Solmo e Roldano Lupi in quello del marchese. Il secondo, del 1953, è invece diretto da Pietro Germi, su sceneggiatura di Giuseppe Berto, con Marisa Belli (Agrippina), Erno Crisa (marchese) e Paola Borboni. Entrambi sono ottimi risultati, il primo con una forte impronta verista, il secondo con un'ottima ambientazione.

Ricordiamo Malìa del 1946 diretto e sceneggiato da Giuseppe Amato con Anna Proclemer nel ruolo di Jana, María Denis in quello di Nedda e Roldano Lupi in quello di Nino, il fidanzato di Jana. Film che è anche stato Nastro d'argento per la musica di Enzo Masetti. Dieci anni dopo il racconto "Cardello" farà da base per il film I girovaghi diretto da Hugo Fregonese nel 1956, sceneggiato tra gli altri da Giuseppe Berto e interpretato da Peter Ustinov e Carla Del Poggio.

Opere

Garibaldi. Leggenda drammatica in tre canti, Catania, Galatola, 1861.
Il bucato in famiglia. Discorso pronunziato il dì 24 novembre 1870, Catania, Galatola, 1870.
Il teatro italiano contemporaneo. Saggi critici, Palermo, Pedone Lauriel, 1872.
Il Comune di Mineo. Relazione del sindaco, Catania, Galatola, 1875.
Profili di donne, Milano, Brigola, 1877.
Giacinta, Milano, Brigola, 1879.
Studi sulla letteratura contemporanea, I serie, Milano, Brigola, 1880.
C'era una volta... Fiabe, Milano, Treves, 1882.
Studi sulla letteratura contemporanea, II serie, Catania, Giannotta, 1882.
Spiritismo?, Catania, Giannotta, 1884.
Il regno delle fate, Ancona, Morelli, 1883.
La Reginotta, Milano, Brigola, 1883.
Manoscritto inedito redatto in occasione del discorso tenuto durante la premiazione dell'anno scolastico 1885-86 nelle scuole elementari di Mineo
Homo, Milano, Treves, 1888.
Vento e tempesta, Palermo, Sandron, 1889.
Profumo, in "Nuova Antologia" dal 1º luglio al 1º dicembre 1890, poi in volume, Palermo, Pedone Lauriel, 1892.
La Sicilia e il brigantaggio, Roma, il Falchetto, 1892.
Spera di Sole (commedia per burattini), in "Cenerentola", n. 7-8-9-10, Roma, 29 gennaio-19 febbraio 1893.
La commedia dei grandi rifatta dai piccini, “Cenerentola”, 20 maggio 1893.
Il pecoro nero, fiabe e novelle illustrate da D. Lacava Feola, Giannotta, Catania, s. d. (Raya suggerisce la data 1894).
Il Raccontafiabe, seguito al C'era una volta, Firenze, Bemporad, 1894.
Fanciulli allegri, Roma, Voghera, 1894.
La Sicilia nei canti e nella novellistica contemporanea, conferenza letta al Comitato bolognese della Società Dante Alighieri, 12 maggio, 1894.
Il drago, novelle, raccontini e altri scritti per fanciulli, Roma, Voghera, 1895.
Schiaccianoci, novelle e novelline, Firenze, Bemporad, 1897.
Scurpiddu, racconto illustrato per ragazzi. Libro raccomandato dal Ministero della Pubblica Istruzione, Torino, Paravia, 1898.
Gli "ismi" contemporanei, Giannotta, Catania, 1898.
Raccontini e ricordi, Paravia, Torino, 1899.
Avarizia, racconto, Palermo, Sandron, 1899.
Le prodezze d'Orlando racconto, Palermo, Sandron, 1899.
L'ultima scappata, racconto, Palermo, Sandron, 1899.
Pupattolina, racconto, Palermo, Sandron, 1899.
Tentennone, Barabba, Lanciano, 1900.
Il marchese di Roccaverdina, incompiuto in ventidue puntate sul quotidiano "L'ora" di Palermo, dal 12 settembre all'11 novembre 1900, poi in volume, Milano, Treves, 1901.
Gambalesta, racconto per ragazzi, Palermo, Biondo, s. d. (1903)
La Sicilia e il brigantaggio, in "L'isola del sole", Catania, Giannotta, 1903.
I fatti principali della storia d'Italia, raccontati da uno zio ai nipoti scolari IV classe elementare, Catania, Battiato, 1904.
Breve storia d'Italia ad uso delle scuole tecniche e complementari (3 volumi), Catania, Battiato, 1905.
I diritti e i doveri ad uso dei giovanetti delle scuole elementari superiori, Catania, Battiato, 1905.
Re Bracalone, romanzo fiabesco, con diciotto composizioni di C. Chiostri, Firenze, Bemporad, 1905.
Storia d'Italia ad uso dei ginnasi inferiori (2 volumi), Catania, Battiato, 1905-06.
Coscienze, Catania, Battiato, 1905.
La paura è fatta di nulla ed altre novelle, Torino, Paravia, 1906.
Come Berto divenne buono, novellina, Palermo, Corselli, 1906.
Cardello, racconto illustrato da G. Bruno, Palermo, Sandron, 1907.
Prima fioritura, corso di letture educative per le classi elementari maschili, libro ad uso della III classe, Biondo, Palermo, 1907.
State a sentire! Novelle, Palermo, Sandron, 1907.
La prima sigaretta ed altre novelle, Torino, Paravia, 1907.
Chi vuol fiabe, chi vuole?, Firenze, Bemporad, 1908.
Prima fioritura, ad uso della IV classe maschile e femminile, Palermo, Biondo, 1908.
Cara infanzia, racconti per fanciulli, Carabba, Lanciano, 1908.
Sillabario semplicissimo per la I elementare maschile e femminile, Palermo, Biondo, 1909.
Nel paese della zagara, novelle siciliane, Firenze, Bemporad, 1910.
Fiabe (in collaborazione con P. Lombroso e D. B. Segrè), Roma, Podrecca e Galantara, 1911.
Gli "Americani" di Rabbato, racconto illustrato da A. Terzi, Palermo, Sandron, 1912.
Prima fioritura ad uso delle classi V e VI, Palermo, Biondo, 1912.
Si conta e si racconta... fiabe minime, Muglia, Catania, 1912; Catania-Roma, Pellicanolibri, 1989.
La primavera di Giorgio, racconto "La scolastica", Ostiglia, 1913 *Testoline!, racconti, Barabba, Lanciano, 1913.
Il diario di Cesare, Palermo, Sandron, 1914.
Buono per inganno, Palermo, Sandron, 1914.
L'omino di mamma, Palermo, Sandron, 1914.
Guerra! Guerra!, Palermo, Sandron, 1914.
Sarta per bambole, Palermo, Sandron, 1914.
Un piccolo fregoli, Palermo, Sandron, 1914.
Tiritituf, fiaba, "La scolastica", Ostiglia, 1915.
Prime armi, Palermo, Sandron, 1915.
L'avventura di Liana, Palermo, Sandron, 1915.

Edizioni postume

Le ultime fiabe, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1919.
Otto novelle per ragazzi, Palermo, Sandron, 1921.
Ricordi d'infanzia, Palermo, Sandron, 1922.
La fiaba lunga lunga…, Palermo, Sandron, 1923.
La festa dei pastori, Firenze, Bemporad, 1924.
Il figlio di Scurpiddu, Milano, Mondadori, 1933.

Bibliografia

Benedetto Croce, Luigi Capuana, in La letteratura della nuova Italia, Saggi critici, vol. III, Laterza, Bari, 1915
Achille Pellizari, Il pensiero e l'arte di Luigi Capuana, Perrella, Napoli, 1919
Corrado Di Blasi, Luigi Capuana. Vita, amicizie, relazioni letterarie, Biblioteca Capuana, Mineo, 1954
Aldo Cibaldi, Capuana, La Scuola, Brescia, 1959
Enzo Petrini, Capuana. Saggi critici di letteratura giovanile, Le Monnier, Firenze, 1966
Gino Raya, Bibliografia di Luigi Capuana, Ciranna, Roma, 1969
Robuschi, Romagnoli, Luigi Capuana scrittore per l'infanzia, Le stelle, Milano, 1969
Enrico Ghidetti, Luigi Capuana, Racconti, Tomo I, vol. III, Salerno, Roma, 1973
Giovanni Verga, Lettere a Luigi Capuana, a cura di G. Raya, Le Monnier, Firenze, 1975
Enrico Ghidetti, «CAPUANA, Luigi» in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 19, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1976.
Franco La Magna, Lo schermo trema. Letteratura siciliana e cinema, Città del Sole Edizioni, Reggio Calabria, 2010, ISBN 978-88-7351-353-7
Enrico Malato, L'elaborazione artistica delle fiabe popolari, in AA. VV., "L'illusione artistica della realtà. Studi su Capuana"
Beatrice Solinas Donghi, Capuana, un verista incantato da orchi e fate, in "Tuttolibri", n. 262, 21 marzo 1981
Anna Barsotti, C'era una volta... Fiabe di Luigi Capuana, in “Critica letteraria”, n. 3, 1982
Giuseppe Congiu Marchese, Luigi Capuana e la tradizione favolistica siciliana, in "Otto/Novecento", VI, 2, 1982
Gianni Oliva, Bibliografia Capuaniana (1982-1985), in "Annali della Fondazione Verga" 2-, Catania, 1985
Antonio Carrannante, L'epistolario Verga-Capuana, in "La Rassegna della letteratura italiana", gennaio-agosto 1986, pp. 137-146
M. Passone, Dal folclore alla favola. Gli studi sull'opera "minore" di Luigi Capuana, in "L'Umanità", 16 settembre 1986
Giorgio Manganelli, C'era una volta il grande scrittore in "Il Messaggero Di Roma", 27 febbraio 1989
Anna Storti Abate, Introduzione a Capuana, Laterza, Bari, 1989
AA. VV., L'illusione della realtà. Studi su Luigi Capuana, Atti del Convegno di Montreal, 16/18 marzo 1989, a cura di Michelangelo Picone e Enrica Rossetti, Salerno editore, Roma, 1990
Giuseppe Cattaneo, Stretta è la foglia, in L. Capuana "Tutte le fiabe", Newton, Roma, 1992
G. Luti, Capuana e la cultura del suo tempo, in "La rassegna della letteratura italiana", anno 97, n. 3, settembre/dicembre 1993
Angelo Cappello, Invito alla lettura di Luigi Capuana, Mursia, Milano, 1994
Anna Maria Damigella, Luigi Capuana e le Arti Figurative, LED Edizioni Universitarie, Milano, 2012, ISBN 978-88-7916-515-0

Lettere

Lettera di Luigi Capuana a Mario Rapisardi, per chiedergli un prestito di denaro (1903)
Lettera di Luigi Capuana a Mario Rapisardi, per ringraziarlo (1903)
Carteggio Capuana-Neera 1881-1885, conservato in "Archivio Martinelli '41-'42" un interessante carteggio. Recuperato dalla nipote di Neera, Maria Martinelli Radius, è formato da 18 lettere di Luigi Capuana e 28 di Neera in copia. È uno scambio di informazioni sulla reciproca attività letteraria e contiene galanti giudizi dell'autore siciliano sulla scrittura e sulla persona di Neera, pseudonimo oraziano di Anna Radius Zuccari, giornalista e scrittrice lombarda (1846-1918), interprete moderata del dibattito sull'emancipazione femminile. Entrambi i due autori esploravano le psicologie femminili, oggetto di tante loro opere.

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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