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Marino Moretti
(✶1885   †1979)

Marino Moretti (Cesenatico, 18 luglio 1885 – Cesenatico, 6 luglio 1979) è stato uno scrittore, poeta e romanziere italiano. Fu anche autore di opere teatrali. È noto soprattutto come poeta crepuscolare.

Anni giovanili

Nacque a Cesenatico in provincia di Forlì nel 1885, da Ettore, impiegato al Comune e imprenditore di trasporti marittimi, e da Filomena Moretti, insegnante elementare, di origine marchigiana.

Frequentò la scuola elementare a Cesenatico nella classe della madre, esperienza indubbiamente importante per la formazione della sua personalità.

Nel 1896 venne iscritto presso l'Istituto "Sant'Apollinare" di Ravenna diretto da religiosi, ma l'anno seguente lo abbandonò per il profitto scadente. Si iscrisse quindi al liceo-ginnasio "Vittorino da Feltre" di Bologna che lasciò nel 1900, senza aver conseguito la licenza ginnasiale.

La scuola di recitazione
Deciso a lasciare per sempre gli studi, convinse i genitori ad iscriverlo, nel 1901, alla «Regia Scuola di recitazione "Tommaso Salvini"» di Firenze diretta da Luigi Rasi. Viste le sue scarse doti in quel campo, il Rasi stesso gli consigliò di lasciare quella carriera suggerendogli una via diversa e maggiormente affine agli interessi letterari che aveva già in precedenza espresso. Rasi incaricò quindi Moretti di fargli da collaboratore lavorando per portare a termine il suo "Dizionario dei comici italiani", incarico che egli portò egregiamente a termine ottenendo così due vantaggi: quello di essere abbastanza autonomo economicamente e quello di poter svolgere un'attività gratificante. Alla scuola del Rasi conobbe Aldo Palazzeschi con il quale strinse un'amicizia solida e duratura nel tempo.

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Gli anni fiorentini

Gli anni che trascorre a Firenze, centro culturale di primissima importanza, sono rilevanti per la sua formazione centrale. Il clima fiorentino di questo periodo, con le nuove tendenze che danno il via a riviste come «Hermes», «Lacerba», «La Voce», «Leonardo», sarà per Moretti, che pure ne rimane ai margini, ricco di stimoli. A Firenze il giovane Moretti frequenterà il Gabinetto Vieusseux, dove era possibile accedere alle più importanti riviste italiane ed europee, e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

La prima produzione poetica
Al 1902 e 1903 appartengono le prime raccolte di novelle intitolate "Le primavere" e quelle di versi, "Il poema di un'armonia" e "La sorgente della pace".

Ma il vero debutto letterario avviene con la pubblicazione nel 1905 delle liriche di Fraternità, seguito dalle novelle intitolate Paese degli equivoci. Nel 1908 viene data alle stampe la raccolta La serenata delle zanzare e nel giro di pochi anni vengono pubblicate le sue raccolte più famose: Poesie scritte col lapis del 1910, Poesie di tutti i giorni del 1911, I poemetti di Marino del 1913 e Il giardino dei frutti del 1916. Con quest'opera Moretti sembra congedarsi come poeta dal pubblico, per darsi soprattutto alla memorialistica e alla narrativa. Riprenderà la sua attività di poeta solamente mezzo secolo dopo.

Gli anni della guerra

Era intanto scoppiata la prima guerra mondiale e lo scrittore, pur non essendo stato ritenuto idoneo al servizio militare, volle partecipare; si arruolò quindi come infermiere lavorando negli ospedali da campo.

Inviato a Roma, nel 1916 lavorò presso un'agenzia di stampa della Croce Rossa con Federigo Tozzi con il quale rimase in contatto sino al 1920, anno della sua morte.

Sarà durante gli anni della guerra che avverrà l'esordio di Moretti come romanziere con Il sole del sabato pubblicato nel 1916 ma già uscito nel 1913 su Il Giornale d'Italia, al quale seguirà nel 1918 Guenda che otterrà buoni consensi.

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Il ritorno a Firenze

Moretti collaborò attivamente a numerosi periodici e giornali a partire dal 1923 e soprattutto alla pagina letteraria del Corriere della Sera su invito di Luigi Albertini, direttore del giornale.

Dichiaratosi contrario al fascismo, firmò il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce, anche se non partecipò attivamente alla vita politica rimanendo sempre appartato tra Firenze e la città natale. A dicembre del 1926 fece parte con Aldo Palazzeschi della giuria del premio Alessandro Manzoni dell'Unione Editori Cattolici Italiani.

Durante gli anni della dittatura la pubblicazione nel 1928 in volume del "Trono dei poveri", che era già uscito a puntate tra il dicembre 1926 e il giugno 1927 su Il Secolo, gli creò qualche inconveniente. Esso infatti venne accolto dalle contestazioni dei fascisti della Repubblica di San Marino a causa del contenuto che riportava elogi alla libertà e all'indipendenza delle passate istituzioni.

Nel 1932 l'Accademia d'Italia assegnò a Moretti il premio intitolato a Premio Mussolini, premio subito ritratto e dato invece a Silvio Benco. Nel 1944, essendo cambiata la politica, lo stesso premio verrà assegnato a Moretti, che lo rifiuterà con fermezza.

Lo scrittore intanto aveva continuato negli anni precedenti la sua attività scrivendo e pubblicando novelle, ricordi e romanzi. Risale al 1935 "L'Andreana", al 1937 "Anna degli elefanti" e al 1941 "La vedova Fioravanti", il romanzo che verrà accolto come il suo capolavoro da critici letterari autorevoli come Emilio Cecchi e Pietro Pancrazi.

Il secondo dopoguerra e la fine della carriera di romanziere

Nel 1946, terminato il periodo bellico, Moretti iniziò la revisione delle sue opere dando alla ristampa alcune di esse e pubblicando un altro romanzo importante, I coniugi Allori, al quale seguirà il romanzo di rievocazione Il fiocco verde nel 1948, il volume di ricordi "I grilli di Pazzo Pazzi" nel 1951 e un'ultima raccolta di novelle, intitolata "1945", nel 1956.

Nel 1958 Moretti termina con La camera degli sposi la sua carriera di romanziere e nel 1960, con il Libro dei miei amici. Ritratti letterari, ne farà l'ultimo bilancio.

Erano intanto iniziati i riconoscimenti pubblici per l'autore. Nel 1948 otterrà, a pari merito con Francesco Flora, il Premio Fila, nel 1952 il premio dell'Accademia dei lincei, nel 1955, con "Il libro dei sorprendenti vent'anni" il premio Napoli e nel 1959, con "Tutte le novelle", il premio Viareggio che sarà causa di polemiche perché aveva superato "Una vita violenta" di Pier Paolo Pasolini.

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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