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Virgilio Malvezzi
(✶1595   †1654)

Virgilio Malvezzi (Bologna, 8 settembre 1595 – Castel Guelfo di Bologna, 11 agosto 1654) è stato uno scrittore, militare e politico italiano.

I primi anni e la formazione

Figlio di Piriteo, barone di Taranta, e della sua seconda moglie, Beatrice Orsini, il 2 ottobre 1613 conseguì il dottorato in utroque iure presso l'Università di Bologna. Nel 1614 si recò a Siena, dove il padre era stato nominato governatore al servizio di Cosimo II de' Medici. A Siena divenne amico intimo dell'umanista Fabio Chigi, il futuro papa Alessandro VII. A contatto con il vivace ambiente intellettuale cittadino, Malvezzi accentuò e precisò i suoi interessi filosofici, si dedicò con assiduità allo studio e alla discussione delle opere di San Tommaso e Aristotele, di questioni di arte e di storia, e maturò un interesse particolare per la filologia e i classici, che studiò con profondo impegno.

Frutto dell'esperienza senese è la sua prima opera a stampa, i Discorsi sopra Cornelio Tacito, pubblicati nel 1622 e dedicati al Granduca di Toscana Cosimo II. I Discorsi, in tutto cinquantatré su altrettanti brani tratti dal primo libro degli Annales di Tacito, ripropongono, ad una generazione di distanza, le tematiche affrontate da Scipione Ammirato nella sua opera omonima. L'opera si annunciava come stesa d'un fiato nel 1621, con un tono di «compostezza greve» che costituiva la dominante di questo giovane «eclettico, accademico ed erudito». Quello stesso anno 1622 Malvezzi fece ritorno a Bologna col padre, che aveva rinunciato alla carica senese. Perfezionò lo studio del latino sotto la guida di Domenico Lappi e strinse stretti rapporti con l'ambiente intellettuale bolognese.

Dal giugno 1624 ai primi del 1625 soggiornò a Roma, dove si legò agli intellettuali vicini a Urbano VIII e fu ammesso all'Accademia dei Desiosi fondata dal cardinale Maurizio di Savoia. Davanti all'Accademia pronunciò un discorso («Ragioni per le quali i letterati credono non potere avvantaggiarsi nella corte»), raccolto insieme con altri da Agostino Mascardi e pubblicato in un'edizione veneziana del 1641.

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Nel 1625 partì per militare sotto il comando del duca di Feria, governatore di Milano, ma a causa di problemi di salute — era debole, mangiava poco e soffriva di frequenti capogiri — dopo un solo anno abbandonò la carriera militare per fare ritorno a Bologna. «Ma l'esperienza non fu inutile, se si considera da una parte che egli ebbe modo di provare agli spagnoli che, se il fisico era debole, la devozione era ferrea, e dall'altra che ebbe modo di provare a se stesso che la carriera marziale non era proprio fatta per lui.»

Alla morte del padre, nell'ottobre del 1627, ereditò insieme al fratello Marco Antonio i suoi titoli e il feudo di Castel Guelfo, dove si dedicò allo studio delle opere di Tito Livio senza perdere il contatto con i circoli intellettuali bolognesi. Strinse amicizia con importanti pittori bolognesi, come Alessandro Tiarini e Guido Reni, che fu poi autore dei frontespizi delle sue opere maggiori e di un suo ritratto. Iniziò anche un rapporto epistolare con Juan Antonio de Vera y Figueroa, ambasciatore di Spagna a Venezia, che gli fornì l'aiuto necessario per la stesura del Ritratto del privato politico christiano.

Gli anni spagnoli

Il successo editoriale del Ritratto, immediatamente tradotto in spagnolo da Francisco de Balboa y Paz con il titolo Retrato del privado Christiano Político deducido de las acciones del Conde Duque (Napoli, 1635), garantì al Malvezzi la protezione del Conte di Olivares, e gli aprì le porte della Corte di Madrid, dove si recò nel luglio 1636. A Madrid Olivares gli commissionò una storia della Spagna dal Regno di Filippo III, che Malvezzi iniziò a scrivere in castigliano, lasciandola tuttavia incompiuta per far fronte ai nuovi incarichi che gli furono affidati.

Nel 1639 diede alle stampe La libra, analisi delle vittorie e delle sconfitte della Spagna durante il «felice regno di Filippo IV il Grande», con un bilancio decisamente favorevole alle armi spagnole nel confronto con la Francia e ad Olivares come grande architetto dei suoi successi militari, primo fra tutti la vittoriosa difesa di Fuenterrabìa assediata dall'esercito francese. La stessa intenzione propagandistica e polemica hanno i Sucesos principales de la monarquia de España en el año 1639, pubblicati in spagnolo a Madrid, nel 1640, e in italiano un anno dopo, ad Anversa.

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Filippo IV era per Malvezzi l'incarnazione ideale del monarca. «Ha questo Re (cosa che forse non si è trovata in altri) tutte le qualità e puntualità, che fanno honorato un Cavagliere, senza che nociano a quelle che fanno grande un Re. Ha revocato dal bando, e rimesso fra sogli e scettri le virtù morali, discacciate non dalle ragioni, bensì da' vitii de' politici: mostrando che sono l'istesse quelle del principe e dell'huomo particolare; e se differenti, non per diversità di specie, ma per maggioranza di qualità, di private convertendole in Regie, con praticarle egli da Re». Notava come egli dominasse la nobiltà non con la severità e i castighi, ma con la somma sua maestà, «onde l'impedire a uno il vedere il Re; lo slontanarlo dalla corte; lo scordarsi di lui, è tanto in quella felicissima Provincia, quanto in altri Regni, il bandire, il carcerare, il decapitare». Ma soprattutto sottolineava la profonda pietas religiosa del re e il suo ruolo in difesa della fede cattolica: per l'antiporta del suo Davide perseguitato aveva concertato con Guido Reni la figura della Religione con uno scudo in mano «nel quale fosse l'arma del re di Spagna», che, accanto alle insegne di Filippo IV, riproduceva i territori dei Paesi Bassi colpiti da una freccia, «per mostrare che Sua Maestà ha sempre fatto scudo de' suoi stati alla Religione, e che per cagion di quella ha perduto l'Olanda e gran parte degli altri paesi bassi...».

I suoi servizi alla monarchia spagnola vennero ricompensati nel 1640 con un seggio nel Consiglio di Stato e Guerra di Filippo IV e la nomina ad ambasciatore straordinario a Londra, affiancato dall'ambasciatore ordinario, Alonso Cárdenas, con l'incarico di concludere un'alleanza con Carlo I d'Inghilterra contro le Province Unite dopo la sconfitta inflitta inflitta dalla Marina Olandese all'Armada Española nella battaglia delle Dune, avvenuta in acque territoriali inglesi, violando la neutralità dell'Inghilterra. Malvezzi doveva anche entrare in contatto con gli esuli francesi, che la Spagna si offriva di sostenere. La missione si concluse con un fallimento, a causa delle eccessive richieste inglesi e delle difficoltà economiche che la Spagna stava attraversando, e Malvezzi fu inviato nelle Fiandre come consigliere di Ferdinando d'Asburgo.

Gli ultimi anni e la morte

Dopo la morte di Ferdinando, nel novembre del 1641, Malvezzi rimase in carica sotto il nuovo governatore Francisco del Melo, ma dopo la caduta in disgrazia di Olivares gli fu ordinato di tornare in Spagna e nel 1645, dopo aver rinunciato per motivi di salute a una nuova missione diplomatica presso il duca di Baviera, fu autorizzato a tornare a Bologna, dove fu nominato Senatore e Gonfaloniere di Giustizia ed entrò nell'Accademia dei Gelati con il nome di Esposto. Dei Gelati sarà anzi principe per un biennio a partire dal 1646. A Bologna Malvezzi tornò ad occuparsi di storia antica. È di questi anni un volume dedicato ad Alcibiade, lo statista ateniese noto per la sua politica estera aggressiva, e a Coriolano, l'aristocratico romano che, secondo Plutarco, fu ingiustamente condannato dai tribuni della plebe ed esiliato dalla città. La scelta di queste due figure da parte di Malvezzi non fu affatto casuale, poiché entrambe, sebbene in modi molto diversi, avevano una forte somiglianza con Olivares, suo amico e protettore di cui era determinato a difendere il buon nome.

Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera

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