Non fate gli indiani...

Siamo stati sommersi dai messaggi di alcuni lettori che, spalleggiati dai vocabolari, ci hanno contestato la correttezza di comproduzione: a loro avviso la grafia corretta è coproduzione. Poiché non è nostro costume dare informazioni errate, soprattutto per ciò che concerne la Lingua, affidiamo la nostra difesa al Dizionario Linguistico Moderno del compianto glottologo Aldo Gabrielli:

«Coproduzione è brutto neologismo, specialmente del gergo cinematografico. In buon italiano il prefisso co- (per con-) si costruisce solo dinanzi a vocale: coabitazione, coincidenza, cooperare, coutente. In ogni altro caso si ha il prefisso con-, mutato anche in com- o assimilato. La forma
logica e giusta dovrebbe essere, quindi, comproduzione
».

E aggiunge che la forma coproduzione anche se in uso è errata. Riteniamo doveroso, per tanto, soffermarci, ancora una volta, sul corretto uso del prefisso con-.
Detto prefisso perde la n davanti a parole che cominciano con vocale: coautore, coinquilino; muta la n in m davanti alle parole che cominciano con le consonanti b e p: combaciare, comproprietario (a proposito: perché si può dire benissimo comproprietario e non si può dire, invece, comproduttore? Non è lo stesso caso?); si assimila davanti a parole che cominciano con le consonanti l, r, m: collaboratore, correlatore, commilitone.
L’assimilazione, ricordiamolo, è un processo linguistico per cui dall’incontro di due consonanti la prima diventa uguale alla seconda, cioè si “assimila”.
Tornando alla parola incriminata, comproduzione, facciano attenzione i produttori cinematografici quando mettono sulla piazza un film in coproduzione perché — come fa notare il Gabrielli — quel copro iniziale ci richiama alla memoria altri composti come coprofagia, coprocoltura dove quel copro, derivato dal greco, sta a significare sterco. Un film in coproduzione, quindi…
Amici della carta stampata e no, non fate gli indiani, sapete benissimo di avere un gravoso compito: educare la gente anche e soprattutto sotto il profilo linguistico. Non diffondete parole errate come, per l’appunto, coproduzione.
Ah, dimenticavamo. Crediamo sia chiaro a tutti il significato dell’espressione fare l’indiano, ossia far finta di non capire. Questa locuzione è nata dalla figura dell’indigeno stereotipato, esattamente dell’abitante delle Indie occidentali, che agli occhi degli uomini europei appariva assente, sbalordito, dando la chiara impressione, appunto, di non capire.

02-07-2018 — Autore: Fausto Raso