Ecco la nocenza

In un processo familiare il giudice, vale a dire il padre di un ragazzo, imputato di aver picchiato un suo compagno di classe, esclamò: «Ecco la prova della sua nocenza!». Tutti applaudirono perché credevano che nocenza fosse l'aferesi di innocenza.
L'imputato, quindi, era non colpevole. Ma le cose in lingua non stanno così. Nocenza non è l'aferesi di innocenza. L'aferesi, come si sa, è la caduta di una vocale o di una sillaba iniziale di una parola. Tondo, per esempio, è l'aferesi di rotondo [(ro)tondo].
Il termine, quindi, non attestato dalla quasi totalità dei vocabolari, non è, insomma, [in]nocenza, ma il suo contrario e sta per colpevolezza. Si può trovare, comunque, cliccando sul collegamento in calce. E a proposito di aferesi, accorciamento e apocope non sono sinonimi di aferesi perché indicano la caduta della vocale o della sillaba finale di una parola.

13-03-2019 — Autore: Fausto Raso