Fare (o essere) il testimon di San Gennaro

I cortesi lettori amanti dei modi di dire e che ci onorano della loro attenzione — se faranno mente locale e andranno a ritroso nel tempo — non avranno difficoltà a individuare — tra i loro conoscenti — moltissimi testimoni di San Gennaro. Ma chi sono costoro? È presto detto: i bugiardi e gli impostori.
Allora, amici, quanti testimoni di vostra conoscenza vi sono venuti alla mente? Avete bisogno di una calcolatrice? Bando agli scherzi e vediamo l'origine della locuzione affidandoci — come facciamo spesso — a Ludovico Passarini.
«Questi (i testimoni di San Gennaro, ndr) erano (...) ciechi, rattratti, infistoliti, balbuzienti e simili, soliti a star sulla soglia della chiesa di San Gennaro in Napoli a buscar limosine. Fra i ciechi vi erano quelli che, anche con un occhio solo avrebbero infilato gli aghi al bujo; e quelli che, ciechi davvero, dicevano di veduta con questi occhi; fra i rattratti quelli che avrebbero corso il palio; e fra gli infistoliti quelli che, levata la fasciatura, non avrebbero mostrato che la cicatrice di una coltellata avuta in gioventù.
Cosicché costoro erano bugiardi e impostori: e non essendone il numero mai scarso, e delle loro furberie ed inganni più maiuscoli parlandosi spesso, ne derivò che andarono in proverbio, cosicché, per dare ad uno del bugiardone o del complice delle altrui furberie, fu appellato Testimonio di San Gennaro (...)
».

23-09-2019 — Autore: Fausto Raso