Alla carlona

Chi non conosce questo modo di dire che vale grossolanamente, alla buona, senza cura, in modo trasandato? Fare una cosa, insomma, senza impegno, approssimativamente, come viene: lavorare alla carlona, vestire alla carlona, studiare alla carlona.
Pochi, forse, ne conoscono l'origine. Vediamola assieme. Carlona, innanzi tutto, è l'adattamento italiano del francese Charlon, nome dato al re Carlomagno, detto, per l'appunto, re Carlone .
Con carlona si intendeva all'antica, alla patriarcale, alla buona in quanto Carlomagno veniva descritto, nei tardi poemi cavallereschi, come un uomo molto semplice, alla buona, quasi rustico.
Un aneddoto spiega magnificamente l'origine dell'espressione. Una mattina Carlomagno aveva invitato a una battuta di caccia — che amava moltissimo — il gotha dell'aristocrazia.
All'ora convenuta tutti i nobili si presentarono agghindati di tutto punto, con completi appena usciti dalle più note sartorie francesi; tutti, insomma, erano vestiti all'ultima moda.
Tra la sorpresa degli astanti, il buon Carlone si presentò, invece, vestito di un abito di taglio contadinesco e di stoffa molto rozza. Da quel momento si disse vestire alla carlona, per vestire alla buona e, in seguito, per estensione, nacque l'espressione fare le cose alla carlona, alla buona, appunto, senza il minimo impegno.

07-10-2020 — Autore: Fausto Raso