Il prefisso e la stampa

Lo zar che ha ritrasformato la Russia in super potenza
Continua la nostra crociata contro la malalingua della carta stampata e no. Il titolo di questo settimanale in rete contiene uno strafalcione che grida vendetta: super potenza. In lingua italiana, non in quella cispadana, i prefissi si scrivono attaccati (mai staccati o con il trattino) alla parola che segue. Correttamente, quindi, superpotenza.
In proposito vediamo cosa dice il Treccani in rete:
«super- pref. (dal lat. super-, super “sopra"). -
1. Con valore locale, forma pochi agg. e sost., nei quali significa “sopra, che sta sopra" (come in superglottico, superumerale) o, più raram., “superficiale" (come in superfinitura).
2. Esprime addizione, sovrapposizione (come in superstrato, superinfezione) o processo o condizione in eccesso rispetto al normale (superalimentazione, superallenamento).
3. Col sign. generico di “che sta sopra, che va oltre, che supera", indica il superamento di un certo limite (come in superalcolico, supersonico), il superamento di determinati caratteri (supernazionale, superpartitico), una posizione preminente (supervisione, superarbitro) o assolutamente preminente (come in superuomo).
4. Per sviluppo del sign. prec., forma numerosi sost. e agg. ai quali conferisce valore superlativo: supercinema,
superbollo, supergigante, supermercato; superbianco, superdissetante
».
Vediamo, anche, come alcuni vocabolari scrivono il termine in questione: Gabrielli:
«superpotenza: (su-per-po-tèn-za) s.f.
Stato dotato di un grande potenziale bellico, spec. di tipo atomico, e di un grande apparato industriale, che gli conferiscono...
»
De Mauro: «superpotenza.
Stato militarmente ed economicamente molto forte, che esercita un'influenza notevole sugli eventi e
sulla politica internazionale
»
Sabatini Coletti: «superpotenza (su-per-po-tèn-za) s.f.
• Stato che possiede un imponente apparato industriale e bellico (spec. nucleare).
21-01-2021 — Autore: Fausto Raso