Una zeugmata

La vittima subiva richieste di denaro e minacce di morte*
Probabilmente qualche linguista — nel caso si imbatta in questo sito — sarà pronto a fustigarci perché censuriamo questo titolo di un quotidiano in rete. Motivo? Il titolo — a nostro avviso — contiene uno zeugma (si potrebbe definire un “quasi errore") che in buona lingua italiana è da evitare.
Che cosa è questo zeugma? È una figura retorica che consiste nel riferire un verbo a due o più elementi della frase che richiederebbero, invece, ciascuno un verbo specifico. Lo zeugma, insomma, produce un'incoerenza semantica.
Nel titolo in oggetto il verbo subiva è collegato tanto a richieste quanto a minacce. A nostro modo di vedere le minacce non si subiscono, si ricevono. In questo caso, per tanto, occorrono due verbi; uno per le richieste e uno per le minacce: la vittima subiva richieste di denaro e riceveva minacce di morte.
Secondo il nostro modesto parere i titolisti non sarebbero incorsi in una zeugmata se avessero adoperato il verbo ricevere, buono sia per le richieste sia per le minacce.
Attendiamo smentite dai soliti linguisti, ai quali potremmo rispondere, eventualmente, con le parole di Leo Pestelli: «... Quando Dante scrisse “parlare e lagrimar vedrai insieme...” non fece grammaticalmente una buona figura, ma i retori, con una controfigura, quella dello “zeugma” o aggiogamento, consistente nel riferire un verbo a più parole diverse mentre per il senso non converrebbe propriamente che a una di esse, ci misero prontamente una toppa...».
È bene, insomma, non “zeugmare"
22-01-2021 — Autore: Fausto Raso