Essere il portavoce (di qualcuno)
Tutti conosciamo quest'espressione che, in senso figurato, si dice di persona che rende noto il pensiero altrui parlando in sua vece e si adopera, per lo più, con connotazione spregiativa, con riferimento alla persona che ripete le malignità altrui.
La voce non è schiettamente italiana, ma un prestito dal francese porte-voix e nel gergo marinaro sta a indicare il megafono, vale a dire quel tubo metallico con l'imboccatura concava alle due estremità, con cui si trasmette la voce da un punto all'altro della nave.
Il vocabolo sembra sia del secolo XVII, ma è arrivato a noi solo due secoli fa . Il “Dizionario Enciclopedico Italiano” lo attesta, infatti, nel 1871.
Alcuni linguisti ritengono, però, che il vocabolo era in uso da noi già mezzo secolo prima, anche se il significato di persona maligna è datato molto più in là.
L'aspetto più deteriore
Due parole su un aggettivo che non si può comparativizzare: deteriore. Molti (tutti?) lo adoperano al grado comparativo, più deteriore, non sapendo, probabilmente, che di per sé è di grado comparativo significando più cattivo, peggiore.
Viene, infatti, dal latino deterior, comparativo dell' aggettivo (non documentato) deter (cattivo). Coloro, quindi, che dicono (e scrivono) più deteriore cadono in un madornale errore in quanto è come se dicessero più peggiore.
Questo più deteriore, insomma, è quanto di... deteriore si possa leggere in alcuni critici cinematografici che non provano vergogna nello scrivere frasi del tipo «l'attore ha messo in luce l'aspetto più deteriore di sé».
Queste firme eccellenti mettono in luce, invece, l'aspetto “più deteriore" della loro lingua.
Fare la marionetta
Vi è mai capitato, gentili amici, di dire o sentir dire da qualcuno «non fare la marionetta», comportati, cioè, da persona seria, assennata? Certamente sì.
La marionetta, infatti, come recitano i vocabolari è un «piccolo fantoccio articolato che viene fatto muovere con alcuni fili collegati alle varie parti (braccia, gambe, testa ecc.)» e, in senso figurato o traslato, «persona che agisce meccanicamente, con scarsa serietà o solo perché guidata e incitata da altri».
Colui che fa la marionetta si comporta, per tanto, come un fantoccio. Ma vediamo — perché è ciò che ci interessa in questa sede — l'origine della marionetta da cui è stato tratto il modo di dire.
Occorre tornare indietro nel tempo e fermarsi a qualche secolo fa, quando — in onore della Madonna — nelle processioni si portavano grossi e altissimi simulacri rappresentanti la Vergine Maria. Questa usanza era particolarmente sentita a Venezia.
Il popolo battezzò quei semisacri pupazzi Marione, vale a dire grosse Marie; mentre quelli più piccoli, indipendentemente dal fatto che rappresentassero la Madonna o altri santi, furono chiamati marionette, ossia piccole marione.

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