Messa di requiem

«Gentilissimo dott. Raso, ho dato un'occhiata al suo libro (peccato che non sia in vendita) e gli occhi mi sono caduti dove tratta dell'uso corretto della preposizione da. Lei sostiene che si debba dire Messa di requiem e non da. I testi che ho consultato sembrano, però, darle torto. A questo punto sono spiazzato: a chi debbo dare ascolto? Mi illumini meglio, la prego. Restando in attesa di un suo cortese riscontro, la saluto cordialmente.
Mario T.
Rovereto
(Trento)
»

Cortese Mario, non si tratta di dare ascolto a qualcuno, si tratta di osservare le norme grammaticali che regolano la nostra lingua.
E una di queste norme stabilisce che si deve usare la preposizione di, non da, quando si parla di una determinata qualità di una cosa. Mi sembra inverosimile che i suoi testi non facciano menzione di questa regola.
Comunque, gentile amico, al di là di ogni polemica linguistica, fa fede Giuseppe Verdi che ha composto la Messa di requiem.

27-07-2020 — Autore: Fausto Raso — permalink


La scooter

Lucca, muore dopo 20 giorni di agonia il pensionato ucciso dalla scooter pirata. Così titolava un giornale a diffusione nazionale.

La stampa — ignorando le raccomandazioni della Crusca — continua imperterrita ad adoperare forestierismi quando ci sono termini omologhi italiani. Il bello, oltre tutto, è che li sbagliano anche.

Scooter, adoperato in italiano, è di genere maschile. Leggiamo, infatti, nel vocabolario Treccani in rete: «scooter ‹ skùutë › s. ingl. der. del gergale (to scoot «guizzare via» (pl. scooters ‹skùutë<∫›), usato in ital. al masch.».

24-07-2020 — Autore: Fausto Raso — permalink


Dappresso e davanti

Il primo vocabolo si può scrivere anche in due parole: da presso. Mai con l'apostrofo (d'appresso). Il secondo, preposizione impropria, si costruisce regolarmente con la a: abito davanti a lui.

Si sconsiglia l'impiego della preposizione unita direttamente al sostantivo: passavo davanti la casa; meglio davanti alla casa. La medesima regola vale per dinanzi e checché ne dicano certi vocabolari la di non è geminante, vale a dire non fa raddoppiare la n (*dinnanzi).

L'errore è dovuto, probabilmente, per un accostamento analogico con innanzi il cui rafforzamento sintattico (raddoppiamento della n) è solo apparente perché la doppia n risulta dalla fusione di in e dalla locuzione latina in antea già contratta in nanzi (in + in antea = in nanzi = innanzi); dinanzi deriva, invece, dalla fusione di di e di nanzi = dinanzi).

23-07-2020 — Autore: Fausto Raso — permalink