Rimettersi in sella
Il modo di dire che avete appena letto ha molteplici significati: ritornare in ottime condizioni economiche dopo un periodo di stenti; recuperare posizioni di prestigio o tornare in possesso di beni dopo averli perduti; essere guariti da una grave malattia ed essere pronti, quindi, a ricominciare la normale attività.
L'espressione adoperata, ovviamente, in senso figurato fa riferimento agli antichi cavalieri medievali, per i quali essere disarcionati e cadere da cavallo durante il combattimento significava andare incontro a morte sicura.
Il rimettersi rapidamente in sella costituiva, per tanto, l'unica possibilità di sopravvivenza, ma dato il peso e l'ingombro delle armature era un'impresa tutt'altro che facile, se non impossibile.
-ano e -iano
Due parole, due, sul suffisso -ano, che — a nostro modesto avviso — viene molto spesso storpiato, anche da coloro che sostengono di fare la lingua, con l'aggiunta di una "i". Vediamo di spiegarci. Il latino -anus (donde il nostro suffisso -ano) stava a indicare un rapporto di appartenenza: romanus, paganus, silvanus ecc.
In seguito, con la nascita della lingua volgare, l'italiano, è stato adoperato per la formazione di vocaboli di provenienza latina o formati per analogia con questi e per la formazione di aggettivi con uso sostantivato derivati da nomi indicanti mestieri, classi, categorie, oppure per designare gli abitanti delle città, dei paesi, delle nazioni e altre entità geografiche (ecco, quindi, il rapporto di appartenenza che aveva il latino anus): mantovano, goriziano, ergastolano, diocesano.
Il suffisso -iano è un ampliamento di quello classico latino -ano e da adoperare — a nostro modestissimo avviso — solo in caso di cacofonia (suono sgradevole) e con i nomi propri: pirandelliano, per esempio, è meglio di pirandellano, come foscoliano è meglio di foscolano.
Per quanto attiene a cristiano la i non si giustifica con il fatto che deriva dal nome proprio di Cristo, ma dall'origine della parola. Viene, infatti, dal latino christianus, che a sua volta è il greco χριστιανός (christianòs). Come si può ben vedere, dunque, la i è insita nella parola stessa.
Buggerare...
Chi non conosce il significato scoperto del verbo buggerare? Se non altro basta aprire un qualsivoglia vocabolario della lingua italiana e leggere alla voce in oggetto: «imbrogliare, truffare, abbindolare, turlupinare» e simili.
Per il significato nascosto, vale a dire quello che sta dentro la parola chiediamo aiuto a Enzo La Stella. «Spesso usiamo con leggerezza questo verbo (e i suoi derivati: ho preso una bella buggerata o buggeratura), che oggi significa imbrogliare, ma è deformazione dell'etnico dei Bulgari, condannati nel Medioevo dalla Chiesa, in quanto eretici.
Poiché la pena era la stessa inflitta ai sodomiti e dato che spesso i termini sessuali sono usati per indicare l'imbroglio (si pensi a fregare e a infinocchiare), Buggero o Bulgaro fecero nascere il verbo buggerare, che consigliamo di usare con moderazione o, quanto meno, con cognizione di causa».

- Dizionario italiano
- Grammatica italiana
- Verbi Italiani
- Dizionario latino
- Dizionario greco antico
- Dizionario francese
- Dizionario inglese
- Dizionario tedesco
- Dizionario spagnolo
- Dizionario greco moderno
- Dizionario piemontese