Sto disfando la valigia
Si presti attenzione alla corretta coniugazione del verbo disfare: essendo un composto di fare si coniuga come questo. Un errore molto comune si riscontra nel gerundio: disfando. La sola forma corretta è disfacendo, come facendo, per l'appunto. Navigando in Internet ci siamo imbattuti in scrittori che sono caduti in questo madornale errore, forse incoraggiati da un coniugatore di verbi che dà, come variante di disfacendo, la forma errata disfando. Si vedano i collegamenti in calce.
Google Libri
Wordreference - disfare
Le amalgame
Tutti i vocabolari si accapigliano per stabilire il genere di questo sostantivo: chi lo dà tassativamente maschile, chi ammette anche il femminile avvertendo, però, che è di uso non comune (come, per esempio, il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia). Quindi: l'amalgama, gli amalgami; l'amalgama, le amalgame.
Da parte nostra non ci sentiamo di tacciare di ignoranza (come usano alcuni soloni della lingua) coloro che preferiscono la forma femminile, pur sapendo che non è molto comune. Una rapida occhiata a Google libri ci ha sorpreso. La forma femminile plurale prevale su quella, più comune, maschile: 1.270 occorrenze contro 412.
Google Libri - amalgame
Google Libri - gli amalgami
In proposito si legga anche la "nota d'uso" cliccando su: Sapere.it - amalgama
Concludiamo dando la parola al linguista Aldo Gabrielli, che nel suo Si dice o non si dice?", scrive:
«Amalgama è da almeno tre secoli nel nostro lessico, e sul suo significato siamo tutti d'accordo: mescolanza, impasto oppure lega di un metallo col mercurio. Ma per molti rimane incerto il sesso di amalgama, e non ci aiutano gli esempi di scrittori autorevoli: per alcuni è femminile, per altri è maschile. Né ci aiuta dare un'occhiata a quello che succede in Europa: per i francesi è maschio, per gli spagnoli è femmina.
Andiamo all'origine del vocabolo. Amalgama deriva da un latino medievale degli alchimisti amàlgama, di genere neutro, probabile deformazione araba (al-malgan) del greco málagma, mistura, impasto, che discende a sua volta dal verbo malásso, rammollisco (per l'aspetto molle della lega). Secondo altri, invece, il neutro latino sarebbe l'alterazione del sinonimo algama, dall'arabo al-gamâa, che significa riunione. L'oscillazione del genere è dovuta evidentemente alla terminazione -a del vocabolo, propria dei femminili in italiano. Ma l'italiano non manca di nomi in -a di genere maschile: il papa, l'auriga, il profeta, il collega, l'eremita eccetera. Di qui la confusione. Decidiamoci: l'origine del vocabolo è di genere neutro; si sa che il neutro latino sfocia normalmente nel maschile italiano. Facciamolo maschile, e basta alchimie: un perfetto amalgama».
L'ariolo
Tra le parole estinte o in via di estinzione segnaliamo ariolo. La quasi totalità dei vocabolari dell'uso non l'attestano più.
Ci piacerebbe, invece, che fosse rispolverata perché l'ariolo impazza in tutte le emittenti televisive private. Chi è? Il mago, l'indovino, lo stregone.
Diamo la parola al Tommaseo-Bellini. Si clicchi su: Dizionario.org - ariolo

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